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Nigeria, negli stati del sudest le forze di sicurezza hanno commesso 115 omicidi in quattro mesi

Secondo un rapporto di Amnesty International diffuso il 5 agosto, tra marzo e giugno le forze di sicurezza della Nigeria hanno reagito ai crescenti livelli di violenza negli stati di Imo, Anambra, Ebonyi e Abia, nel sudest del paese, uccidendo almeno 115 persone.

In questi stati operano un gruppo armato denominatosi Rete orientale per la sicurezza e il braccio armato del Movimento dei popoli nativi del Biafra. Il primo, secondo fonti ufficiali, si è reso responsabile di decine di uccisioni di soldati e agenti di polizia e ha attaccato numerosi edifici pubblici, tra cui prigioni e stazioni di polizia.

La risposta delle forze di sicurezza è stata brutale: arresti illegali, detenzioni segrete, estorsioni, incendi di abitazioni ed esecuzioni extragiudiziali di persone sospettate di azioni violente. Il periodo più violento è stato tra marzo e giugno, con 115 persone assassinate dalle forze di sicurezza, molte delle quali estranee a episodi di violenza.

A maggio il governatorato dello stato di Imu ha annunciato l’arresto di 400 persone. Le ricerche di Amnesty International hanno rivelato che buona parte di queste erano state arrestate a casaccio, in casa o in strada, sulla base di indizi vaghi come la data di nascita tatuata sulla spalla, secondo la polizia locale un chiaro indizio della militanza nel braccio armato del Movimento dei popoli nativi del Biafra.

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