Di anno in anno, la direzione generale della polizia della Nigeria annuncia lo scioglimento dell’unità speciale anti-rapine. E, di anno in anno, questo annuncio si rivela infondato. O quanto meno parziale.
Così appare anche la comunicazione del 12 ottobre, in cui non c’è traccia dell’accertamento delle responsabilità per le violazioni dei diritti umani compiute in passato dalla famigerata unità speciale.
Parliamo di uccisioni sommarie di persone sospettate solo a causa del loro aspetto fisico, delle zone in cui vivevano o delle comunità che frequentavano; di maltrattamenti e torture brutali ai danni degli arrestati; di centri di detenzione gestiti direttamente dall’unità speciale anti-rapine senza la minima supervisione degli
organi giudiziari e di agenzie di monitoraggio indipendenti.
Senza procedimenti giudiziari nei confronti dei responsabili di queste violazioni dei diritti umani, anche questo ennesimo annuncio risulterà improduttivo.