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Nigeria, la condanna a morte del cantante “blasfemo” dev’essere annullata

Amnesty International ha sollecitato le autorità dello stato nigeriano di Kanu ad annullare il giudizio di colpevolezza e la condanna all’impiccagione di Yahaya Sharif Aminu, un cantante accusato di blasfemia.
Aminu, 22 anni, era stato arrestato a marzo, dopo che una folla di facinorosi aveva abbattuto la porta d’ingresso della sua abitazione e si era recata in processione al quartier generale della polizia di Kano reclamando la condanna del cantante, ritenuto “blasfemo contro il profeta dell’Islam”  per una serie di messaggi audio che aveva fatto circolare giorni prima.
La pena di morte per blasfemia è prevista dalla shari’a, la legislazione islamica in vigore in molti degli stati settentrionali della Nigeria. Il governo centrale, tuttavia, è obbligato ai sensi del Patto internazionale sui diritti civili a limitare il ricorso alla pena capitale ai “reati più gravi” come l’omicidio intenzionale.
Amnesty International ha definito questa vicenda “una parodia della giustizia” e ha sollecitato il rilascio immediato e incondizionato di Aminu.
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