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Nigeria, al via il processo a Nnamdi Kanu leader del movimento per il Biafra

Nel giugno scorso Nnamdi Kanu, leader dell’IPOB (Popolo indigeno del Biafra) è stato illegalmente arrestato a Nairobi. Il 26 luglio prenderà il via il processo dinanzi al Tribunale di Abuja. Il suo avvocato Aloy Ejimakor, ha affermato, durante una lunga intervista alla BBC, che il suo assistito si trova in questo momento in prigione in Nigeria, dopo essere stato trasferito illegalmente dal Kenya. Secondo Ejimakor, si tratta di una “extraordinary rendition”, cioè di un’estradizione totalmente illegale.
Nato nel 1967 nello stato di Abia, Nnamdi Kanu appartiene all’etnia degli Igbo, che vivono prevalentemente nella parte sud-orientale del Paese. Dopo aver conseguito il diploma di scuola secondaria, s’iscrive all’Università della Nigeria di Nsukka e poi si trasferisce in Gran Bretagna, dove completa gli studi universitari. Dopo alcuni anni, ottiene la cittadinanza britannica, conservando anche quella nigeriana.
Nel 2009 crea Radio Biafra, che trasmette dalla sua casa di Londra, e porta avanti il tema centrale della sua politica: la richiesta d’indipendenza del Biafra. Nel 2014 fonda l’Ipob (Indigenous People of Biafra) e diventa una figura popolare, ma anche controversa. Il 5 settembre 2015 a Los Angeles, durante il Congresso mondiale degli Igbo, interviene in modo polemico e dice che “abbiamo bisogno di armi e di pallottole. Se non otteniamo la creazione del Biafra, tutti dovranno morire”. Pochi giorni dopo, il 14 ottobre, viene arrestato per la prima volta dal DSS (Department of State Service), la polizia segreta nigeriana. L’arresto del leader dell’Ipob scatena un’ondata di proteste, alle quali partecipano oltre 10.000 persone. Nnamdi Kanu appare per la prima volta nel tribunale di Abuja il 23 novembre 2015 e viene accusato di cospirazione, intimidazione e costituzione di un’associazione illegale. Dopo il suo arresto, molti hanno continuato a protestare e, secondo Amnesty International, tra l’agosto 2015 e l’agosto 2016, oltre 150 manifestanti sono stati uccisi dalle forze dell’ordine.
Dopo 18 mesi di carcere, Kanu è rilasciato su cauzione, ufficialmente per ragioni di salute. Nonostante gli sia vietato parlare con la stampa, il leader rilascia numerose interviste. Nel settembre 2017, i soldati nigeriani prendono d’assalto la sua casa a Umuahia; nel tentativo di difenderlo, numerosi militanti dell’Ipob vengono uccisi (15 morti secondo Radio France International, 28 secondo altre fonti). Temendo per la sua vita, Nnamdi Kanu fugge all’estero e scompare per un lungo periodo.
Dopo un primo periodo in cui sembrava pronto alla rivoluzione armata, in un secondo momento Kanu si dichiara seguace di Gandhi e di Martin Luther King e dichiara di volere l’indipendenza del Biafra tramite referendum. In occasione delle elezioni presidenziali del 2019, l’Ipob decide in un primo momento di boicottarle, come segno di resistenza passiva. Dopo aver ricevuto molte critiche da esponenti politici nigeriani ed esteri, alla vigilia delle elezioni Kanu cambia idea e chiede ai suoi seguaci di andare a votare.
Nel dicembre 2020, Nnamdi Kanu annuncia la creazione dell’Eastern Security Network, considerato da molti come il braccio militare dell’Ipob. Il governo nigeriano lo considera un’organizzazione paramilitare e manda i suoi soldati a combatterla. Gli scontri iniziano nel gennaio 2021 e in poche settimane provocano la morte di centinaia di persone. Il 18 febbraio, l’Ipob dichiara lo stato di guerra tra Biafra e Nigeria; nonostante ciò, Kanu insite nel chiedere una soluzione pacifica della crisi. Per tutta risposta, il governo nigeriano dichiara che l’Ipob è un’organizzazione terrorista e che Kanu sta incitando alla violenza.
Nel maggio 2021 Kanu si reca a Nairobi per sottoporsi a cure mediche; pare che soffra di pressione alta e di problemi cardiaci. In giugno viene arrestato illegalmente da agenti dei servizi segreti del Kenya, che lo portano in un luogo segreto, lo legano al pavimento con una catena e lo torturano per alcuni giorni.
Al mattino del 27 giugno, Nnamdi Kanu viene imbarcato su un aereo e arriva ad Abuja, capitale della Nigeria, nel tardo pomeriggio. Il 29 giugno viene portato in tribunale, dove dichiara che nel 2017 ha lasciato la Nigeria, perché temeva d’essere assassinato.
Il 26 luglio dovrebbe iniziare ad Abuja il suo processo, anche se il suo legale farà di tutto per ottenere il trasferimento di Kanu, che è cittadino britannico, nel Regno Unito. In effetti, si tratta di arresto e detenzione illegale, in quanto non sono state rispettate le normali procedure per l’estradizione, stabilite per legge sia in Kenya, sia in Nigeria.
In conclusione, io credo che Kanu sia stato arrestato per motivi politici: non si tratta certamente di un terrorista, ma di un uomo che difende il diritto all’autodeterminazione del popolo del Biafra. La soluzione del problema è un referendum, come è avvenuto dieci anni fa nel Sud Sudan. Lasciamo che sia il popolo del Biafra a decidere se vuole l’indipendenza oppure se vuole continuare ad essere parte della Nigeria!

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