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Niger, post-elezioni tra violenza e arresti di massa

Due morti, arresti di massa e blackout di Internet: si presenta così il Niger dopo l’annuncio dei risultati delle elezioni presidenziali del 21 febbraio, che hanno dato la vittoria a Mohamed Bazoum del partito al potere rispetto al candidato dell’opposizione Mahamane Ousmane, che si è però proclamato vincitore.

Le proteste dei giorni successivi, soprattutto del 23 febbraio nella capitale Niamey e in altre città del paese, hanno visto due manifestanti uccisi, almeno 470 arresti, danneggiamenti di edifici pubblici e proprietà private e l’assalto e la vandalizzazione dell’abitazione del giornalista Moussa Kaka, corrispondente di Radio France Internationale.

Dal 24 febbraio Internet è giù, in violazione di una sentenza della Corte di giustizia della Comunità economica degli stati dell’Africa occidentale secondo la quale l’accesso alla Rete è parte integrante del diritto alla libertà d’espressione e dev’essere garantito per legge.

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