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Migranti, Msf: violenze indiscriminate in aumento sul confine

Gli Stati dell’Unione Europea continuano ad usare intenzionalmente violenza e strutture non idonee e pericolose per dissuadere le persone dal chiedere asilo nell’Unione Europea. Investono in recinzioni di filo spinato e droni, mentre chiudono gli occhi di fronte alle violenze senza precedenti che continuano a consumarsi alle frontierea denunciarlo Alessandro Mangione, responsabile affari umanitari di MSF in Serbia. 

Tra le più comuni pratiche di deterrenza ci sono percosse con cinture e manganelli, calci, pugni, varie forme di umiliazione, uso di spray al peperoncino e gas lacrimogeni, fino ad arrivare ai respingimenti e alla negazione dell’assistenza. I team di MSF per più di 8 anni hanno curato e raccolto le testimonianze di persone sistematicamente picchiate, umiliate e maltrattate al confine.  

Le violenze, perpetrate regolarmente al confine tra Ungheria e Serbia e di cui ci troviamo a curarne le conseguenze, sono indiscriminate. Ogni settimana vediamo diversi pazienti, inclusi bambini, con gravi contusioni, ferite e tagli profondi, lussazioni e fratture spesso su gambe, braccia e talvolta sulla testa” afferma la dott.ssa Andjela Marcetic, medico di MSF in Serbia. “Le lesioni fisiche che curiamo durante le consultazioni mediche sono in linea con le testimonianze dei pazienti, che raccontano di violenti pestaggi per mano della polizia ungherese prima di essere respinti in Serbia. Anche se curiamo alcune delle ferite fisiche, siamo preoccupati per le possibili ripercussioni a lungo termine sul loro benessere psicologico“.

 

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