Stanchi, emozionati. Questa mattina sono atterrati all’aeroporto romano di Fiumicino, provenienti da Israele, i primi cinque richiedenti asilo eritrei che facevano parte di un gruppo di 89 migranti e richiedenti asilo che l’Italia aveva illegalmente respinto in Libia nel 2009, dopo averli soccorsi con una nave della Marina militare nel mar Mediterraneo.
Dopo alcuni mesi di prigionia nei centri di detenzione libici, 16 di loro riuscirono ad arrivare via terra, attraverso l’Egitto, in Israele.
Il 28 novembre 2019, con la sentenza 22917, in una causa sostenuta da Amnesty International Italia e Associazione studi giuridici sull’immigrazione, la prima sezione del Tribunale civile di Roma ha condannato il governo italiano al risarcimento dei danni subiti a seguito del respingimento illegale del 2009 e la rimozione dei danni medesimi, attraverso il rilascio di visti umanitari per arrivare in Italia, dove presenteranno domanda di protezione internazionale.
Quella del Tribunale di Roma è stata una sentenza storica: per la prima volta un organo di giustizia italiano ha stabilito che ha diritto ad un visto per chiedere asilo in Italia chi non è presente sul territorio italiano “in conseguenza di un fatto illecito commesso dall’autorità italiana”.
Respinti da una nave italiana nel 2009, i cinque eritrei sono arrivati in Italia in aereo, in modo legale e sicuro, come dovrebbe valere per tutti coloro che fuggono da guerre, persecuzioni e torture.