Undici persone sono morte e nove risultano ancora disperse, in seguito alle forti precipitazioni che si sono abbattute in molte regioni del paese, secondo quanto comunicato dal Ministero dell’Interno marocchino.
Ancora un’ondata di maltempo ha colpito le comunità berbere dei monti dell’Atlante. In questi giorni pesanti inondazioni stanno flagellando la zona del Sahara del sud-est marocchino.
“La quantità di pioggia caduta negli ultimi due giorni rappresenta quella che di solito si registra annualmente in questa regione” ha dichiarato il portavoce.
A riempirsi sono stati i letti dei torrenti in secca, i cosiddetti widyan ( da wadi وایئ), i cui alvei in breve tempo hanno raggiunto una portata eccezionale, dopo un periodo di estrema siccità.
Il maltempo ha colpito fortemente le zone di Tata, una delle province più calde e aride da sempre in Marocco, di Tiznit e di Errachidia. La città di Ouarzazate, porta di accesso al deserto, è invasa dall’acqua.
Molte strade sono attualmente impraticabili, sia nazionali che provinciali, decine di case nei villaggi berberi sono andate distrutte. Si registrano interruzioni alle infrastrutture, alla rete elettrica, all’acqua potabile e alle telecomunicazioni.
L’ allerta meteo continua soprattutto nella regione di Drâa-Tafilalet, nel sud del paese,
una delle valli più lunghe e importanti del Paese, nonché una delle più antiche vie di commercio del Nordafrica. A rischio la produzione di datteri, che costituisce la principale risorsa della zona.
Di recente il governo marocchino aveva provveduto a rafforzare diverse dighe già esistenti e a costruire nuove dighe, evitando così danni peggiori. Le forze di sicurezza si sono subito mobilitate per fornire assistenza e aiuto alla popolazione e ristabilire le reti di collegamento, ma
“Intanto nella provincia di Tata, in queste ore, trovare un pezzo di pane per sfamarsi è una guerra” riferisce Hssayn Ait Atta
“I rifornimenti stentano ad arrivare e l’accesso all’acqua potabile è problematico”.
L’alluvione arriva in un momento difficile per la produzione agricola in Marocco. La zona di Meknes, ricca di estesi uliveti, non ha visto una goccia d’acqua per mesi interi, fino ad ora. L’estrema siccità patita dallo scorso anno, aumentata negli ultimi mesi, ha provocato una forte crisi anche nella produzione dell’olio d’oliva, che si prevede diminuirà di un terzo, spingendo il governo marocchino a limitare l’esportazione del’olio d’oliva, al fine di stabilizzare i prezzi al consumo nel Paese, fino al 31 dicembre 2024.
Tutto il settore agricolo del paese è in forte sofferenza e purtroppo la situazione non sembra essere destinata a migliorare per il prossimo anno: l’eccezionale maltempo, una prolungata siccità seguita da una serie ripetuta di inondazioni, non fa che peggiorare una situazione economica già in crisi.
Credits photo Hssayn Ait Atta