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Marco Zennaro, inviato Mae in Sudan incontra premier, pg e ministro degli Esteri

Potrebbe essere questione di ore. La svolta nel caso dell’imprenditore arrestato in Sudan, Marco Zennaro, potrebbe essere vicina. Ma non è scontato. L’imprenditore è stato spostato dal commissariato di Barhi in una camera di sicurezza a Khartoum.
Il responsabile della Farnesina per gli italiani all’estero e la cooperazione Luigi Vignali ha incontrato oggi il primo ministro sudanese Abdalla Hamdok, il procuratore generale e la ministra degli esterni Meriam al Mahdi, riscontrando massima disponibilità per arrivare a una soluzione della vicenda che da oltre due mesi tiene in apprensione la famiglia di Zennaro e i suoi amici che si sono mobilitati per chiederne la liberazione.
La visita dell’inviato del ministro degli Esteri Luigi Di Maio è cruciale. Si spera che la posizione del nostro connazionale possa essere alleggerita per potergli permettere di ottenere gli arresti domiciliari nell’attesa del processo.
Non è escluso che, se la trattativa tra le parti per raggiungere un accordo economico andasse a buon fine, non si arrivi affatto al dibattimento processuale.
La cosa che più conta, per ora, è garantire a Zennaro di poter attendere l’udienza del 10 giugno davanti alle autorità giudiziarie sudanesi agli arresti domiciliari. Le attuali condizioni del nostro connazionale sono di grave disagio e lo hanno profondamente prostrato.
Il timore è che le nuove denunce presentate nei suoi confronti possano complicare la situazione, estremamente complessa e con accuse di truffa per quasi 2 milioni di dollari.

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