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Mali, colpo di stato dei militari. Arrestati presidente e premiet. Condanna da Onu e Ue

Golpe militare in Mali: il presidente Ibrahim Boubacar Keita e il suo primo ministro, Boubou Cissè sono stati arrestati nel tardo pomeriggio dai soldati in rivolta.
Lo ha annunciato uno dei leader del colpo di stato, mentre i soldati fraternizzavano con i manifestanti che chiedevano da mesi le dimissioni del capo dello Stato.
“Possiamo dirvi che il presidente e il primo ministro sono sotto il nostro controllo. Li abbiamo arrestati a casa del capo dello Stato a Bamako” ha annunciato un portavoce dei golpisti. Secondo un altro soldato nel campo degli ammutinati, i due leader erano a bordo di “un veicolo blindato sulla strada per Kati”, dove si trova il campo Soundiata Keita, a una quindicina di chilometri da Bamako, punto da cui è partito il golpe di oggi. I militari hanno preso il controllo del campo e delle strade adiacenti, prima di dirigersi verso il centro della capitale. Qui sono stati acclamati dai manifestanti riuniti per chiedere le dimissioni del presidente. Già prima dell’annuncio dell’arresto del presidente e del premier, i Paesi dell’Africa occidentale, la Francia e gli Stati Uniti avevano espresso la loro preoccupazione e denunciato ogni tentativo di rovesciamento del potere. L’ambasciata italiana a Dakar, in Senegal, che si occupa anche del Mali, ha chiesto ai connazionali nella zone interessate di “restare in casa”. Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha discusso della crisi scoppiata a Bamako con i suoi omologhi nigeriano, Mahamadou Issoufou, l’ivoriano Alassane Ouattara e il senegalese Macky Sall, e ha espresso “il suo pieno sostegno agli sforzi di mediazione in corso degli Stati dall’Africa occidentale”.
il golpe arriva dopo mesi di proteste sociali e scontri mortali tra manifestanti e forze dell’ordine. Una variegata coalizione di oppositori politici, leader religiosi e membri della società civile aveva intensificato le manifestazioni per chiedere le dimissioni di Keita, accusato di cattiva gestione. A ciò si aggiunge una “situazione sociale deleteria”, secondo il leader sindacale Sidibé De’de’ou Ousmane. Il Movimento del 5 giugno-Raggruppamento delle forze patriottiche del Mali (M5-Rfp), che guida la protesta, giovedì scorso ha rifiutato un incontro con il presidente, ponendo in particolare come prerequisito la fine della “repressione” contro i suoi militanti. Nel fine settimana del 10 luglio una manifestazione indetta dal Movimento degenerò in tre giorni di disordini mortali. Sempre dal campo di Kati prese il via il 21 marzo 2012 la grande offensiva dei ribelli tuareg lanciarono nel nord del Mali e che però  alla destituzione del presidente Amadou Toumani Touré.
Il colpo di Stato fece precipitare il nord del Mali nelle mani di gruppi islamisti armati, che occuparono la regione per nove mesi prima di essere in parte cacciati da un intervento militare internazionale lanciato dalla Francia nel gennaio 2013 e tuttora in corso. Sotto la pressione internazionale, la giunta fini’ per cedere il potere alle autorita’ civili a interim fino all’elezione nel 2013 di Ibrahim Boubacar Keita.
Il segretario generale della Nazioni unite, Antonio Guterres, che ha presieduto il Consiglio di sicurezza, ha chiesto il rilascio immediato e senza condizioni del presidente Keita e dei membri del suo Gabinetto e ha condannato fermamente il golpe auspicando l’immediato ripristino dell’ordine costituzionale e dello Stato di diritto in Mali.
Anche l’’Ue ha condannato con forza iL colpo di Stato respingendo qualsiasi cambio anti costituzionale.
In prima linea a gestire la crisi nel paese del Sahel il presidente francese, Emmanuel Macron che ne ha discusso con gli omologhi di Nigeria, Mahamadou Issoufou, Cista D’Acorio, Alassane Ouattara, e Senegal,  Macky Sall, esprimendo “il suo pieno sostegno per gli sforzi di mediazione in corso dell’Ecowas”, la Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale, stando a quanto riporta l’Eliseo, citato da Le Figaro. Macron segue da vicino la situazione ed è stato tra i primi leader europei a condannare il tentato ammutinamento in corso in Mali.

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