Il 17 settembre 2024, il noto blogger malgascio Patrick Raharimanana è stato condannato a cinque anni di reclusione con sospensione della pena e a una multa di 2 milioni di ariary (circa 400 euro) per aver pubblicato su Facebook l’agenda del presidente Andry Rajoelina durante un tour politico contestato. La pubblicazione, avvenuta il 15 maggio, includeva i dettagli del programma presidenziale, sollevando preoccupazioni legate alla sicurezza nazionale e alla neutralità politica durante il periodo elettorale. In quei giorni il blogger fu già arrestato per alcuni giorni, come evidenziò Reporters Senza Frontiere:
Madagascar : à 8 jours des législatives, Patrick Raharimanana du site #GasyPatriote entame son 6eme jour en GAV pour avoir publié l’agenda d’1 tournée du chef de l’Etat. RSF demande sa libération& appelle les autorités🇲🇬à protéger les journalistes et respecter leur travail pic.twitter.com/mkNR6kjSvc
— RSF (@RSF_inter) May 21, 2024
Raharimanana, che gestisce una popolare pagina di informazione con circa 600.000 follower, aveva diffuso l’agenda su richiesta di un commissario di polizia locale, incaricato di mobilitare la popolazione per accogliere il presidente nel comune di Manandriana, nel centro del Madagascar. Nonostante l’intento fosse quello di facilitare l’organizzazione dell’evento, il blogger è stato successivamente invitato a rimuovere il post. La sua pubblicazione ha sollevato critiche, poiché il tour presidenziale si svolgeva in un momento delicato: nel pieno della campagna per le elezioni legislative del 29 maggio, periodo in cui il presidente avrebbe dovuto rispettare la neutralità politica, secondo le leggi nazionali.
Raharimanana è stato arrestato il giorno successivo alla pubblicazione e trattenuto in custodia per otto giorni. Durante questo periodo, è stato trasferito da un luogo all’altro senza preavviso e senza documenti ufficiali. Il blogger ha descritto la sua esperienza come un “sequestro statale”, denunciando la mancanza di trasparenza e il trattamento subito come un attacco alla libertà di espressione e alla democrazia in Madagascar.
L’accusa nei suoi confronti si è concentrata sull'”intercettazione di dati informatici” e sulla “pubblicazione di documenti compromettenti la sicurezza nazionale”, dati i contenuti dell’agenda pubblicata. Il tour presidenziale era già stato oggetto di contestazioni, poiché si svolgeva durante un periodo elettorale sensibile, aumentando le tensioni politiche nel Paese.
Dopo la condanna, gli avvocati di Raharimanana hanno immediatamente presentato ricorso, contestando la sentenza e sottolineando l’intenzione originaria del blogger, che non era quella di compromettere la sicurezza nazionale, ma di favorire l’organizzazione di un evento su richiesta delle autorità locali.
Questa vicenda ha riacceso il dibattito in Madagascar sul rispetto della libertà di espressione e sui limiti che il governo può imporre in nome della sicurezza nazionale, soprattutto in un contesto elettorale già fortemente polarizzato.