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L’indipendenza del Somaliland, un sogno irrealizzabile… Forse

È una sottile striscia di terra abitata dai somali (per la maggioranza musulmani sunniti parlanti somalo, arabo e inglese come lingue ufficiali), possiede tutti i requisiti per essere considerato uno stato indipendente, è situato nel golfo di Aden, ha una moneta propria (Scellino del Somaliland de facto), la sua polizia e le sue forze armate sono molto preparate ed anche il suo livello di burocrazia può definirsi piuttosto efficiente. Stiamo parlando del Somaliland, uno stato tutto sommato pacifico rispetto alla “sorella maggiore”, ma non riconosciuto, da anni in lotta per l’indipendenza, ma che viene tuttora considerato solamente come una regione autonoma della Somalia. Il Somaliland, con capitale Hargeisa, ha dimostrato in varie occasioni di sapersi gestire senza problemi, firmando contratti legali con paesi stranieri, e con la Danimarca, il Regno Unito, le Nazioni Unite, la Lega araba, l’Unione europea, e gli Stati Uniti, è impegnato in diverse operazioni diplomatiche. Nonostante tutto, la sua indipendenza, autoproclamata il 18 maggio 1991, (5 mesi dopo la caduta del dittatore Siad Barre, al potere dal 1969, che gli abitanti del Somaliland ricordano solo per i massacri e l’emarginazione nei loro confronti), non è riconosciuta da nessun governo straniero. La sua forma di governo è quella di Repubblica presidenziale, mentre l’attuale Capo di Stato è Muse Bihi Abdi.

Negli anni ’60 dopo le prime indipendenze africane, il fattore geopolitico in merito ai confini, ha tenuto conto solo dei confini coloniali stabiliti dagli stati invasori, e ad eccezione della separazione dell’Eritrea dall’Etiopia, nell’anno 1993, e della separazione del Sud Sudan dal Sudan, nell’anno 2011, le modifiche territoriali non hanno subito significativi cambiamenti. In merito al Somaliland, l’Unione africana, che è il punto di riferimento ai problemi e alle dispute legate ai confini, ha semplicemente mantenuto la linea tradizionale, negando di fatto l’indipendenza del paese, forse per mettere a freno le idee separatiste degli abitanti della regione. Pertanto, secondo l’Unione Africana, l’unico modo per ottenere ufficialmente l’indipendenza del Somaliland dalla Somalia è solo quello di ricevere il permesso da quest’ultima. Una cosa che lascia perplesso il Somaliland, che in più di una occasione ha dichiarato l’incoerenza della proposta, ricordando che al contrario della ben più vasta Somalia, il Somaliland ha goduto della condizione di stato sovrano per 5 giorni (dal 26 giugno al 1º luglio 1960) prima dell’indipendenza, nel periodo in cui il territorio è stato amministrato come colonia britannica separata (Stato del Somaliland). Inoltre, il Somaliland in termini di confini, corrisponde esattamente al territorio del periodo coloniale, (confina con il Gibuti a ovest, con l’Etiopia a sud e con la Somalia a est), e questo lo porta agli stessi livelli degli stati attuali presenti sulle carte, quindi un valido candidato per l’indipendenza seguendo la logica dell’Unione Africana. La costituzione della moderna Somalia, fu ottenuta, si dice in modo volontario, tra l’unificazione della Somalia britannica con quella italiana a sud, nell’anno 1960. Nel 2005, dopo aver analizzato queste dichiarazioni, l’Unione Africana ha mostrato qualche segno di riconoscimento nei confronti del Somaliland, senza tuttavia riconoscere l’indipendenza del paese, probabilmente a causa dei 25 anni di guerra civile in Somalia, che seppur in modo precario esercita ancora un notevole controllo sul territorio. Secondo diverse fonti, l’indipendenza del Somaliland potrebbe diventare un pretesto anche per le regioni secessioniste somale di Puntland, Jubbaland e Hiranland. Di conseguenza è preferibile evitare una eventuale balcanizzazione della Somalia, che porterebbe a gravi tensioni regionali anche di vecchia data come ad esempio le faide tra somali ed etiopi. Verrebbe a crearsi una vera e propria catastrofe, alimentata da lotte tra clan, con una forte ripresa delle ostilità tra nord e sud, rendendo di fatto impossibili i negoziati di pace che da anni si tenta di portare avanti nel paese. Uno scenario apocalittico sia per la Somalia che per gli Stati vicini e di conseguenza per tutta la comunità internazionale. Un sogno irrealizzabile, almeno per ora, che ci fa capire che finché la Somalia non smetterà di essere la più grande preoccupazione del Corno d’Africa, per il Somaliland non ci sarà nessuna possibilità di diventare a tutti gli effetti uno stato indipendente.

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