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Libia, dopo 5 giorni di arresti di massa quasi quattruplicate le persone nei centri di detenzione

Un ‘escalation senza precedenti. Il numero dei migranti e rifugiati trattenuti nei centri di detenzione a Tripoli dopo 5 giorni di violenti raid effettuati dalle forze di sicurezza governative è più che triplicato.

Negli ultimi ue giorni, le équipe di MSF sono riuscite a visitare due centri di detenzione dove sono finite le persone arrestate nei raid. 161 le persone assistite. A Shara Zawiya, che normalmente trattiene 200-250 persone, i team di MSF ne hanno viste più di 550, tra cui donne in gravidanza e bambini appena nati rinchiusi nelle celle. Circa 120 persone erano costrette a dividersi lo stesso bagno, fuori dalle loro celle c’erano secchi pieni di urina.

Intere famiglie sono state fermate, ammanettate e trasportate in diversi centri di detenzione. Le loro case sono state ridotte in cumuli di macerie” afferma Ellen van der Velden, responsabile delle operazioni di MSF in Libia. “Ora più che mai, migranti e rifugiati vivono in una situazione di pericolo, anche perché per la seconda volta quest’anno i voli umanitari sono stati sospesi senza motivo”.

MSF , tornata di recente a fornire cure mediche vitali nei centri di detenzione a Tripoli dopo aver ricevuto dalle autorità libiche rassicurazioni sul rispetto di condizioni di base., denuncia l’evidente criticità della situazione e rileva come queste condizioni non siano state rispettate.

L’insicurezza causata dai raid non ha permesso a MSF di operare con le cliniche mobili che settimanalmente offrono cure mediche ai migranti e rifugiati vulnerabili in città. I raid hanno anche avuto un impatto sulla capacità delle persone di muoversi liberamente e cercare assistenza medica, anche perché chi è sfuggito all’arresto ha paura di uscire di casa.

Gli uomini della sicurezza armati e mascherati hanno fatto irruzione nella casa dove vivevo con altre tre persone” racconta Abdo (nome di fantasia). “Ci hanno legato le mani dietro la schiena e ci hanno trascinato fuori di casa. Abbiamo supplicato per avere almeno il tempo di raccogliere le nostre cose, ma non ci hanno ascoltato. Alcune persone sono state picchiate sulle gambe e hanno riportato fratture. A me hanno colpito alla testa con il calcio di una pistola e ho riportato gravi ferite. Un dottore (in seguito) ha dovuto suturare la ferita. Gli uomini mascherati ci hanno fatto salire a bordo di veicoli e poi ci siamo trovati nel centro di detenzione di Al Mabani (Ghout Sha’al). Sono stato lì per quattro giorni e ho vissuto un periodo molto difficile, vedendo persone indifese che venivano picchiate con le armi. Il quarto giorno sono riuscito a scappare. Sono libero ora. Sono libero“.

Tutte le persone trattenute sono state portate in centri di detenzione governativi e rinchiuse in celle insalubri e gravemente sovraffollate, con poca acqua pulita, cibo o accesso ai servizi igienici. Dopo la violenza subita durante gli arresti, è probabile che in molti abbiano bisogno di cure mediche urgenti, afferma MSF.

Negli ultimi due giorni, le équipe di MSF sono riuscite a visitare due centri di detenzione dove sono trattenute le persone arrestate nei recenti raid: Shara Zawiya e Al-Mabani (Ghout Sha’al).

Nel centro di detenzione di Shara Zawiya, che normalmente trattiene 200-250 persone, i team di MSF ne hanno viste più di 550, tra cui donne in gravidanza e bambini appena nati rinchiusi nelle celle. Circa 120 persone erano costrette a dividersi lo stesso bagno, fuori dalle loro celle c’erano secchi pieni di urina. Al momento della distribuzione dei pasti, è scoppiata una grande agitazione, le donne hanno protestato contro le condizioni in cui sono trattenute all’interno del centro.

Nel centro di detenzione di Al-Mabani, i team di MSF hanno visto le celle così sovraffollate che le persone all’interno erano costrette a stare in piedi. Centinaia di donne e bambini sono trattenuti all’aperto, senza zone d’ombra o ripari. Un membro del team di MSF ha raccolto la testimonianza di alcuni uomini che hanno detto di non mangiare da tre giorni, mentre diverse donne hanno raccontato di ricevere al giorno un unico pasto composto da un pezzo di pane e formaggio. Molti uomini erano in stato di incoscienza e in necessità di ricevere cure mediche urgenti.

Durante la visita al centro di Al-Mabani, il team di MSF ha visto migranti e rifugiati che cercavano di scappare. Il gruppo è stato fermato con una violenza inaudita: membri dello staff di MSF hanno sentito colpi di arma da fuoco per due volte di seguito e hanno visto un gruppo di uomini picchiati in modo indiscriminato e poi stipati con forza in alcuni veicoli verso una destinazione sconosciuta.

In queste condizioni così tese e con dei tempi molto serrati per le visite, i team di MSF hanno curato 161 pazienti, tre dei quali per ferite riportate a seguito di violenze. Hanno anche facilitato il trasferimento di 21 pazienti che necessitavano di visite mediche specialistiche presso le cliniche supportate da MSF a Tripoli.

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