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La riconoscenza di Patrick per Liliana Segre

Patrick Zaki ha scritto una lettera di ringraziamento a Liliana Segre, per l’amore e il sostegno che la senatrice a vita ha dimostrato nei suoi confronti.
La senatrice, giunta appositamente in Parlamento il 14 aprile, era stata la grande protagonista – con parole nobili pronunciate per quello che aveva definito come un “nipote” – della giornata in cui il Senato aveva votato un ordine del giorno per chiedere al governo di agire per conferire la cittadinanza italiana a Patrick e per attivare il meccanismo negoziale tra Italia ed Egitto, previsto dalla Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura.
A un mese e mezzo da quel voto a favore, espresso dalla maggioranza che sostiene e compone il governo Draghi, cosa abbia fatto quest’ultimo non è dato saperlo. Con ogni probabilità, nulla.
Patrick, quella lettera a Liliana Segre, l’ha scritta ma non ha voluto consegnarla ai familiari che ieri sono andati a trovarlo in carcere. Lo farà lui, di persona. Questa intenzione è di enorme importanza: segnala la volontà di resistere dello studente egiziano dell’Università di Bologna e, per una rarissima volta, rivela un pensiero rivolto al futuro.
Un futuro di libertà che non sappiamo quanto sarà prossimo. L’udienza del 1° giugno, convocata oltre il cinquantesimo giorno dall’ultima proroga della detenzione preventiva, potrebbe consentire a Patrick di trascorrere il suo trentesimo compleanno, il 16 giugno, finalmente libero. Oppure no e allora Patrick avrebbe di fronte a sé l’ennesimo mese e mezzo di prigionia.
Ma ora sappiamo che Patrick si è dato un obiettivo: incontrare Liliana Segre e ringraziarla di persona. Prima o poi succederà che queste due belle persone s’incontreranno. Sarà un giorno straordinario.
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