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Emergenze

Kenya, la denuncia di MSF: “Chiusura forzata campi profughi è irresponsabile”

Mezzo milione di rifugiati a rischio dei campi profughi di Dadaab e Kakuma con la chiusura voluta  per motivi di sicurezza nazionale. Medici Senza Frontiere esprime profonda preoccupazione per la decisione del governo del Kenya sottolineando che al mezzo milione di rifugiati che risiede nei campi non è stata offerta una soluzione alternativa, mentre continua…

Mezzo milione di rifugiati a rischio dei campi profughi di Dadaab e Kakuma con la chiusura voluta  per motivi di sicurezza nazionale. Medici Senza Frontiere esprime profonda preoccupazione per la decisione del governo del Kenya sottolineando che al mezzo milione di rifugiati che risiede nei campi non è stata offerta una soluzione alternativa, mentre continua la pandemia di Covid-19 e la crisi in Somalia.

“Il recente provvedimento del Kenya sulla chiusura dei campi profughi nel paese, senza offrire soluzioni alternative, avrà un impatto devastante sui rifugiati, creando ulteriori incertezze e paure per circa mezzo milione di persone ignare del proprio futuro. La decisione di chiudere i campi profughi, in un momento in cui la pandemia di Covid-19 non accenna a diminuire in Kenya e con una crescente instabilità e fragilità in Somalia, è un atto irresponsabile e disumano che priva i rifugiati, per la maggior parte somali, dell’unica opportunità che hanno a disposizione. Il rapido smantellamento dei campi, senza garantire alcuna sicurezza né alternativa sicura, mina la dignità di queste persone mettendo a rischio le loro vite e ostacolando ulteriormente la ricerca di soluzioni a lungo termine. L’impatto del Covid-19 sulla possibilità di trovare soluzioni alternative si unisce alla drastica diminuzione del reinsediamento di queste persone negli ultimi anni, mentre il processo di integrazione dei rifugiati a Dadaab, previsto dal Piano di Sviluppo socio-economico di Garissa, ha subito una battuta d’arresto. In questo momento per i rifugiati a Dadaab il ritorno in Somalia è impossibile. L’insicurezza rimane elevata nel paese mentre la grave carenza di acqua e la conseguente siccità continuano a provocare un aumento degli sfollati in Somalia. I rimpatri dei rifugiati devono essere volontari: qualsiasi decisione deve riflettere i loro desideri e aspirazioni. Come minimo i rifugiati devono avere voce in capitolo rispetto alle scelte che verranno prese sul futuro dei campi e su come verranno implementate” afferma Dana Krause, capo missione di MSF in Kenya.

L’azione di MSF nei campi profughi in Kenya
MSF fornisce assistenza sanitaria ai rifugiati e alle comunità locali in Kenya, incluse cure primarie e secondarie, attraverso due centri sanitari e un ospedale da 100 posti letto nel campo di Dagahaley. Nel 2020, MSF ha condotto più di 162.000 visite ambulatoriali, ricoverato circa 9.100 pazienti e assistito oltre 3.000 nascite.

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