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Il Presidente della Somalia Hassan Sheikh Mohamud insieme al suo omologo keniota Uhuru Kenyatta Credit: Twitter/Hassan Sheikh Mohamud

Kenya, domani al voto per le presidenziali: sfida tra Odinga e Ruto

Kenya alle urne per le elezioni presidenziali, la sfida per la guida del Paese vede come principali protagonisti l’ex premier e leader dell’opposizione, Raila Odinga, 77 anni, candidato per la quinta volta alla massima carica dello Stato, e l’attuale vice presidente William Ruto, 55 anni, alla sua prima candidatura.
Secondo gli ultimi sondaggi l’ex premier Odinga, sostenuto dal presidente uscente Uhuru Kenyatta, risulta in testa con un vantaggio che oscilla tra i due e gli otti punti percentuali. Tuttavia, secondo i media locali, sono ancora molti gli elettori indecisi. Per essere eletto al primo turno, un candidato deve ottenere il 50% più uno dei voti espressi a livello nazionale e almeno il 25% dei voti espressi in più della metà della 47 contee del Paese. La Commissione elettorale avrà una settimana di tempo per annunciare i risultati, ma in base a quanto avvenuto alle precedenti elezioni, l’esito del voto potrebbe conoscersi già tre giorni dopo la chiusura dei seggi. Chiunque succederà al presidente Kenyatta sarà chiamato ad affrontare la grave siccità in corso in alcune regioni del Paese, il rallentamento della crescita economica e l’aumento dell’inflazione, che a luglio si è attestato all’8,3% a fronte di un rincaro del 15,3% dei prezzi dei generi alimentari su base annua. La campagna elettorale è stata segnata dalla decisione a sorpresa del presidente Kenyatta di non sostenere il suo vice Ruto e di supportare invece Odinga, l’ex avversario politico battuto nel 2017, che nel 2007 aveva contestato la vittoria alle presidenziali di Mwai Kibaki, sostenuto da Kenyatta. Contestazione che era poi sfociata in violenze, costate la vita a circa 1.400 persone.
L’ex premier proviene da una ricca dinastia politica del Paese e nel corso della campagna elettorale si è presentato come “baba” (padre) della nazione promettendo, se vincerà, di garantire uno stipendio mensile di 6.000 scellini (50 dollari) alle famiglie più povere e cure mediche a prezzi accessibili. In caso di vittoria, il Kenya potrebbe avere la sua prima vice presidente donna: l’ex ministro e parlamentare Martha Karua. L’attuale vice presidente Ruto, di origini umili, si è invece presentato come il paladino dei poveri con la promessa di far crescere l’economia in un Paese che registra un tasso ufficiale di disoccupazione tra le persone di età compresa tra i 18 e i 34 anni pari quasi al 40%. Più di tre quarti della popolazione del Kenya ha meno di 35 anni e l’economia non cresce abbastanza per assorbire i circa 800.000 giovani che ogni anno sono pronti a entare nel mondo del lavoro. Per questo Ruto ha coniato l’espressione “nazione degli Hustler”, indicando i giovani che lottano per arrivare alla fine del mese, da contrapporre a quella delle “Dinastie” di Kenyatta e Odinga, che hanno di fatto dominato la vita politica, ed economica, del Kenya dall’indipendenza dal Regno Unito. Il vice presidente ha quindi promesso di investire almeno 500 miliardi di scellini (4,2 miliardi di dollari) nel settore agricolo, che impiega oltre il 40% della forza lavoro del paese, andando così incontro anche agli agricoltori oggi alle prese con il rincaro dei prezzi dei fertilizzanti. Tuttavia la campagna di Ruto è stata segnata da scandali di corruzione che hanno colpito il suo candidato alla vice presidenza, l’ex funzionario pubblico Rigathi Gachagua.
Il risultato delle elezioni non sarà importante solo per il Kenya, ma per tutta l’Africa orientale. Nelle scorse settimane Kenyatta ha guidato i colloqui dell’organizzazione regionale Eac per arrivare a un accordo di pace tra Repubblica democratica del Congo e Rwanda dopo gli scontri nella regione di confine.
Insomma, con questa è altre azioni vincenti Keniatta può contare su un’ampia credibilità che va a tutto vantaggio del suo candidato.

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