Dopo le manifestazioni nelle città di Arak e di Yazd, gli infermieri, i medici e tutto il personale ospedaliero sono scesi in sciopero anche a Teheran davanti al Ministero della Salute, contro i salari insufficienti e le condizioni di lavoro a cui sono costretti.
Giorni fa in molte città dell’Iran ci sono state forti manifestazioni anche contro i tagli all’erogazione di energia elettrica. La più grande compagnia fornitrice, la Kermanshah Electricity Distribution Company, ha annunciato ulteriori riduzioni nelle forniture di energia.
Protestano anche i commercianti, in prima fila quelli del famoso Noor Shopping Mall, ovvero il Centro Commerciale della Luce, nel cuore della capitale, ormai ridotto al buio e al silenzio per molte ore, ironia della sorte.
“Basta promesse, le nostre tavole sono vuote” è il grido che si leva nelle manifestazioni dei lavoratori contro il governo centrale, che non riesce a garantire ai lavoratori retribuzioni dignitose.
La risposta del governo è repressiva. La Repubblica islamica risponde con brutali repressioni e violenza alle proteste, ormai quotidiane. Khamenei è accusato di pagare profumatamente i soldati e le forze di sicurezza dei Basiji, i guardiani dell’ordine e delle moralità, mentre il popolo è sempre più in difficoltà.