Negli ultimi due mesi quattro uomini, tre dei quali simpatizzanti del partito di opposizione Unione delle forze democratiche della Guinea, sono morti nel centro di detenzione preventiva della capitale Conakry.
Ecco i loro nomi: Mamadou Oury Barry, arrestato il 5 ottobre 2020 e morto il 16 gennaio 2021; Roger Bamba, arrestato il 6 settembre e morto il 16 dicembre 2020; Mamadou Kamarana Diallo, arrestato il 2 aprile e morto il 5 dicembre 2020; Thierno Ibrahima Sow, di cui non si conosce la data dell’arresto, morto il 17 novembre 2020.
Ufficialmente Barry è deceduto per “blocco intestinale e anemia”, Bamba per una generica “malattia”. Sugli altri due decessi non sono state fornite spiegazioni.
In attesa che il governo abbandoni spiegazioni non credibili, reticenze e depistaggi, quello che è certo è che la situazione nel centro di detenzione preventiva di Conakry è spaventosa.
Nel 2020 le carceri del paese si sono riempite di oppositori: a marzo, di coloro che avevano protestato contro il referendum per cambiare la costituzione; a ottobre, di chi aveva contestato l’esito delle elezioni presidenziali che avevano dato un terzo mandato al presidente uscente Alpha Condé.
Un dato rende bene l’idea: nella prigione centrale di Conakry, c’è un solo medico a disposizione dei circa 2000 detenuti, a fronte di una capienza massima di 300 persone.