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Analisi & approfondimenti

Guinea, movimenti a sostegno di Doumbouya, realtà o manipolazione politica?

La situazione politica in Guinea è turbolenta. La legge in vigore nel Paese vieta qualsiasi movimento di sostegno opposizione al Comitato Nazionale per la Riconciliazione e lo Sviluppo (CNRD), la cui presidenza è assoluta. Recentemente si è assistito a un proliferare di movimenti a sostegno del Presidente della transizione, il generale Mamadi Doumbouya, rientrato dalla Conferenza Cina–Africa…

La situazione politica in Guinea è turbolenta. La legge in vigore nel Paese vieta qualsiasi movimento di sostegno opposizione al Comitato Nazionale per la Riconciliazione e lo Sviluppo (CNRD), la cui presidenza è assoluta. Recentemente si è assistito a un proliferare di movimenti a sostegno del Presidente della transizione, il generale Mamadi Doumbouya, rientrato dalla Conferenza CinaAfrica tenutasi a Pechino all’inizio di settembre. Tanti cantanti, alcuni Imam e gruppi di giovani si sono mobilitati e sono scesi in stradaper esprimere il loro sostegno, e non tutti sono favorevoli a questo tipo di mobilitazione. Infatti, numerosi guineani, intervistati dai media locali, hanno espresso il loro disappunto per questa mobilitazione a sostegno di Doumbouya, autore del colpo di Stato del 5 settembre 2021nel quale fu rovesciato l’ex presidente Alpha Condé.

La situazione politica sta agitando anche la popolazione, chesembra dividersi in due gruppi: c’è chi vede in Doumbouya un leader in grado di mantenere la stabilità e portare lo sviluppo in Guinea. Questi sostenitori sono molto attivi nelle strade, frequentano eventi pubblici, concerti e competizioni sportive organizzate in suo onore. Inoltre, i concerti si sono trasformati in uno strumento naturale per il sostegno deliberato al generale Doumbouya. Alcuni grandi cantanti e rappresentanti dell’industria musicale locale hanno ispirato la creazione di canzoni che promuovono tutte le azioni di Doumbouya e la sua visione della situazione e del futuro della Guinea. Dall’altra parte, alcuni vedono questi movimenti come un tentativo di legittimare un potere acquisito con la forza. Questi critici sostengono che il sostegno popolare a Doumbouya non sia genuino, ma piuttosto il risultato di incentivi economici. La distribuzione di denaro per partecipare alle manifestazioni è vista come una forma di manipolazione delle masse, sfruttando la diffusa povertà del paese.

Molti sostenitori di Doumbouya affermano sul sociale mediadi aver ricevuto 100 mila franchi guineani (circa 10 euro) per partecipare a queste manifestazioni.  Ciò solleva dubbi sull’autenticità del sostegno al Presidente di transizione e sulla possibilità che Doumbouya stia cercando di consolidare il suo potere in vista di future elezioni presidenziali. Un residente di Conakry ha dichiarato: “Lo fanno perché hanno fame, stanno morendo di fame. Vogliono solo mangiare.” Questo mi ricorda di un detto che dice: “Un uomo affamato non è un uomo libero. Quando qualcuno ha fame, puoi offrirgli qualsiasi cosa, ti seguirà prima ancora di pensarci.

La dichiarazione di questo abitante di Conakry mette in luce una dolorosa realtà: la fame e la povertà possono essere potenti strumenti di manipolazione politica. Quando le persone sono disperate, fanno di tutto per sopravvivere. Ciòsolleva questioni etiche sulla legittimità del sostegno a Doumbouya e alla sua strategia di consolidare il suo potere.

Il generale Doumbouya deve ricordare che la transizione non è sinonimo di potere legale. La promessa fatta nel 2021 di non candidarsi alle elezioni presidenziali deve essererispettata per garantire una transizione democratica e trasparente. Tuttavia, i recenti movimenti di sostegno potrebbero essere il segno di un cambiamento di rotta,alimentando nuove tensioni in un Paese già segnato dall’instabilità politica ed economica.

La possibile candidatura del presidente della transizione, generale Mamadi Doumbouya alle prossime elezioni sta facendo notizia in Guinea. Movimenti di sostegno stanno nascendo in tutto il paese. Questo dimostra che il Presidente della transizione, Doumbouya, ha quasi ufficializzato la sua candidatura, che è un atto di tradimento nello spirito della transizione.

La Carta della transizione, che avrebbe dovuto essere la guida fondamentale della transizione, non è stata rispettata. Secondo gli articoli 46, 55 e 65 della Carta, lo stesso generale Doumbouya ha firmato che lui, né alcun membro del suo governo, né alcun membro del CNRD o del CNT(Comitato Nazionale della Transizione) si sarebbe candidato alla fine della transizione. Anche se oggi alcuni losostengono, è stato lui stesso a dare il suo consenso, il che dimostra che sta tradendo le sue stesse dichiarazioni. Questo scenario ricorda quello del Capitano Moussa Dadis Camara, che voleva candidarsi alle elezioni, ma il popolo guineano non gli ha dato la possibilità, e nel 2009, quando voleva spingere per candidarsi alle elezioni del 2010, molti cittadini della capitale sono usciti a manifestare contro la sua candidatura, portando al massacro del 28 settembre, in cuimolte persone hanno perso la vita.

Nonostante il sostegno da parte di alcuni cittadini, la mobilitazione a favore di Doumbouya è stata ampiamente criticata. Molti guineani temono che si ripeta lo scenario del 2009 e che il sostegno da parte di alcuni cittadini legittimi ulteriormente il governo militare e ritardi il ritorno alla democrazia. Vi sono inoltre preoccupazioni per la repressione dell’opposizione politica e per la mancanza di trasparenza nel processo di transizione.

Sabato 14 settembre, in occasione dell’Assemblea generale settimanale dell’UFDG (Unione delle Forze Democratiche della Guinea), Cellou Dalein Diallo, l’ex primo ministro e oppositore dell’ex presidente Alpha Condé, è intervenuto in videoconferenza. Davanti a una folla di attivisti, Diallo ha lanciato un duro attacco contro gli opinionisti che sostengono il CNRD, descrivendolo come una “giunta priva di legittimità” che sta cercando di confiscare il potere.  Haaccusato la giunta guidata dal generale Mamadi Doumbouya di aver creato un “bilancio colossale per comprare le coscienze” di alcuni partiti politici, attori della società civile e persino giornalisti. Tuttavia, ha assicurato che l’UFDG non cederà a queste tentazioni e che la volontà popolare prevarrà sulla dittatura. Nel suo discorso, Diallo ha sottolineato che il suo partito si batte da molti anni per l’instaurazione della democrazia e dello stato di diritto, per il rispetto dei diritti umani e per l’esercizio delle libertà pubbliche. “Questo è l’obiettivo della nostra lotta”, ha dichiarato. Diallo ha affermato che oggi non c’è più scelta: “Le maschere sono cadute e rimarranno solo due gruppi: quelli che lavoreranno per il rispetto dei diritti e delle libertà dei cittadini, per il rispetto della carta di transizione e degli impegni presi dalla giunta per il ritorno all’ordine costituzionale attraverso elezioni libere e trasparenti; e quelli che sosterranno la confisca del potere da parte della giunta. Sappiamo da qualeparte sta l’UFDG.”

Diallo ha concluso il suo discorso con un appello all’unità di tutti i patrioti e le forze democratiche, esortandoli a dimenticare i conflitti di partito e ad affrontare la giunta. “Il nostro popolo deve vivere in una società governata dalle regole e dai principi dello stato di diritto e della democrazia,” ha dichiarato con fermezza.

L’uscita del presidente dell’UFDG si inserisce in un contesto politico teso, dove diverse voci si levano contro la gestione della transizione da parte del CNRD.

 

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Guido Gargiulo

Appassionato di Taiwan, Asia e Africa. Laureato in Lingue e Culture dell’Europa e delle Americhe presso l’Università L’Orientale di Napoli, ho approfondito lo studio del cinese al Taiwan Mandarin Educational Center e all’Istituto Confucio. L’Africa ha sempre avuto un posto speciale nel mio cuore, con studi anche del Kiswahili, una delle lingue più parlate nel continente.

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