Gli abitanti della penisola di Kaloum si sono svegliati presto questa mattina al suono delle armi automatiche, quando un commando ha preso d’assalto la Casa Centrale di Conakry, la più grande prigione della Guinea.
Secondo le nostre informazioni, individui pesantemente armati hanno fatto fuggire molti detenuti, tra cui gli imputati del processo per il massacro del 28 settembre 2009, a cominciare dall’ex uomo forte del paese, il capitano Moussa Dadis Camara, ma anche Claude Pivi e Blaise Goumou.
Moussa Tiégboro Camara, un tempo incaricato dei servizi speciali, della lotta alla droga e del grande banditismo, sarebbe di nuovo nelle mani delle forze dell’ordine. Si è arreso di sua spontanea volontà o è già stato raggiunto? Le versioni per ora divergono.
Composto da quattro veicoli di tipo pick-up, il commando era guidato dal figlio di Claude Pivi, un ex membro delle Forze Speciali. Pivi stesso era ministro responsabile della sicurezza presidenziale quando Moussa Dadis Camara era al potere, dal dicembre 2008 al dicembre 2009.
Il processo del capitano golpista e di una decina di ex funzionari della giunta che avevano preso il potere alla morte di Lansana Conte si era aperto il 28 settembre 2022, tredici anni dopo il massacro commesso allo stadio di Conakry, in cui erano state uccise più di 150 persone.
Per anni, sotto la presidenza di Alpha Condé (2010-2021), le autorità guineane erano sembrate riluttanti a far giudicare personalità che avevano mantenuto influenza e sostegno nelle file dell’esercito, e in particolare nella Guinea forestale. È stato un anno dopo il colpo di stato perpetrato da Mamadi Doumbouya, nel settembre 2021, che il processo si è finalmente aperto a Conakry.
I detenuti che sono riusciti a fuggire erano tra i più sorvegliati del paese. Sono fuggiti quando il direttore della Casa Centrale di Conakry, Thierno Sadou Diallo, era appena tornato in Guinea, dopo aver seguito una formazione di diversi mesi in Svizzera. Non aveva ancora ripreso le sue funzioni.
Le operazioni di rastrellamento sono state avviate nella capitale ma, intorno alle 10 (ora locale), i colpi erano solo sporadici.
© Jeune Afrique / Foto CELLOU BINANI / AFP