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Guinea Bissau, il traffico internazionale di droga dietro il golpe?

L’escalation di insicurezza e violenza che sta colpendo l’Africa Occidentale martedì ha toccato anche la piccola Guinea Bissau, dove un tentativo di colpo di stato ha cercato di deporre il contestato presidente Umaro Sissoko Embalò. L’obiettivo era uccidere le massime cariche dell’ex colonia portoghese per instaurare un governo militare da un primo bilancio si contano sei morti fra i golpisti e due fra i membri della Guardia Presidenziale, secondo fonti locali ci sono stati anche degli arresti. In un primo momento il gabinetto governativo era caduto nelle mani degli assalitori, ma dopo cinque ore il Presidente Embalò ha parlato per rassicurare la popolazione. L’ex generale salito al potere con contestatissime elezioni si è dimostrato baldanzoso e sicuro della situazione, accusando i golpisti di essere legati a cartelli della droga e assicurando la completa fedeltà dell’esercito alla sua persona. La piccola ex colonia portoghese è uno degli stati più poveri dell’area ed è stata più volte accusata di essere un hub per il traffico di droga proveniente dal Sud America e diretto in Europa. La Guinea- Bissau in passato era stata accusata di essere un narco-stato, un porto sicuro per il traffico internazionale che avrebbe come base l’arcipelago delle Bijagos, un intricato insieme di isole e isolotto dove la polizia locale non mette mai piede. La storia del piccolo Paese africano con la droga parte da lontano perché nel 2008 la polizia sequestrò quasi 700 chili di cocaina, in una fase storica nella quale la Guinea-Bissau aveva solo 60 agenti dedicati alla lotta al narco-traffico e con un solo veicolo in dotazione. La Comunità Internazionale ha fatto enormi pressioni per fermare questo traffico di stupefacenti e facendo così cade la giunta miitare al potere. La DEA americana arrivò nel 2013 addirittura ad arrestare l’ex comandante della marina della Guinea Bissau al largo delle isole di Capo Verde dove stava orchestrano l’arrivo di carichi dalla Colombia.  Un business enorme quello della cocaina sul quale hanno messo le mani anche i movimenti jihadisti che regolano il traffico di stupefacenti attraverso le zone che controllano in Mali. Un rapporto delle Nazioni Unite ha stimato che dal microscopico Paese africano passino almeno 30 tonnellate di cocaina ogni anno. Questi carichi vengono paracadutati al largo delle isole oppure trasportati dai tanti pescherecci che lavorano nella zona e vengono poi smistati negli stati confinanti. A pochi giorni dalle ultime elezioni era stato sequestrato un carico di quasi una tonnellata, ma il problema in Guinea- Bissau sembra ben lontano dall’essere risolto. Intanto i quasi due milioni di abitanti hanno visto un susseguirsi di colpi di stato in questi anni con i militari sempre più protagonisti della vita bissau-guineana. La situazione politica del Paese resta ancora oggi molto precaria ed Embalò pochi giorni fa ha dovuto cambiare diversi membri del governo andando incontro a molte contestazioni. Già la sua elezione è stata riconosciuta dai membri della CEDEAO (Comunità economica degli Stati dell’Africa Occidentale ) con molto ritardo e per alcuni mesi la Guinea Bissau ha avuto due presidenti e anche due primi ministri.

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