Mentre continua senza tregua l’occupazione, Israele fa i conti con attentati e opposizione interna. Un camion si è lanciato contro una fermata dell’autobus fuori dalla base Glilot dell’IDF
nei pressi di Herzliya, a Tel Aviv, nella zona dove si trova il quartier generale del Mossad e diverse unità di intelligence dell’ldf, ferendo almeno 40 persone, secondo i servizi di emergenza e la polizia israeliani.
Almeno sei dei feriti sono in gravi condizioni, per la maggior parte si tratta di soldati israeliani. La polizia ha dichiarato che il camionista è stato colpito e ‘neutralizzato” sul posto da civili armati, mentre la polizia ha isolato immediatamente l’area.
Intanto il primo ministro Netanyahu è stato duramente contestato durante la commemorazione dell’attentato del 7 ottobre da un padre che ha perso il figlio nel tragico attacco e da altri parenti degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas. Nel nord est di Israele, un razzo lanciato da Hezbollah contro un insediamento israeliano si è abbattuto su Tamra, una città a prevalenza palestinese, facendo almeno tre feriti, non si sa se palestinesi o meno. Quello che è sicuro è che Israele ha intenzionalmente escluso le città palestinesi dallo scudo Iron Dome.
A Gaza le forze di occupazione israeliane stanno continuando a colpire impunemente la popolazione civile. Oggi un attacco missilistico ha fatto strage di civili nel mercato del campo di Al-Zawaida, al centro di Gaza, mentre ieri è avvenuto l’ennesimo massacro nel campo profughi di Al-Shati, zona ovest di Gaza, alla Asmaa School, che ospitava gli sfollati provenienti dal nord della città, per la maggior parte donne, anziani e bambini. E proprio loro sono il target di questo ennesimo atroce massacro. La scuola di Asmaa, gestita dall’agenzia ONU per i rifugiati palestinesi (UNRWA), è la seconda volta che viene presa di mira negli ultimi giorni.
“Ci resta solo Dio, contro ogni arabo che guarda il nostro spargimento di sangue”, Hassan si è trovato a scavare a mani nude tra le macerie, e grida disperato davanti alla strage, accusando con rabbia non solo Israele, ma anche i paesi arabi, colpevoli, secondo lui, di aver abbandonato la Palestina al suo destino. Dopo centinaia di feriti e quasi cento morti provocati dai raid israeliani nelle ultime 48 ore, Netanyahu pare oggi disposto ad accettare una breve tregua umanitaria, in cambio del rilascio di alcuni ostaggi da parte di Hamas. Ma intanto, proprio mentre sto scrivendo, l’esercito israeliano sta bombardando
violentemente Baalbek, in Libano, si contano già almeno 50 vittime, oltre 100 feriti. Israele non sembra proprio volersi fermare, anzi, continua senza tregua l’occupazione.Di certo ormai di Gaza nord l’IDF ha fatto scempio, non restano che macerie e la popolazione civile rimasta è assediata e stremata, senza cibo nè acqua potabile, sottoposta a bombardamenti continui.
“Ci hanno detto che non torneremo mai più a Gaza nord, che verrà annessa ai territori occupati, ci faranno insediamenti i coloni, non rivedremo mai più Jabalia, Beit Lahia, e la mia amata Beit Hanoun” dice con disperazione Jannat Nofal, lasciando la casa ormai devastata.
Il piano di occupazione israeliano va avanti senza ostacoli da parte di nessuno.