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“Free Patrick Zaki, prisoner of conscience”, 30 poster per colorare il buio del regime

Unirsi, con il linguaggio dell’arte e della creatività, alle donne e agli uomini che nel mondo chiedono a gran voce l’immediata liberazione di Patrick Zaki, studente egiziano dell’Università di Bologna. È l’obiettivo del contest “Free Patrick Zaki, prisoner of conscience”.
L’obiettivo del contest, ideato da Amnesty International Italia, dal festival salentino Conversazioni sul futuro dell’associazione Diffondiamo idee di valore, in collaborazione con il Festival dei Diritti Umani di Milano e l’Associazione Articolo 21, con il patrocinio dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, è quello di unirsi, con il linguaggio dell’arte e della creatività, alle donne e agli uomini che nel mondo chiedono a gran voce l’immediata liberazione di Patrick Zaki, studente in carcere da circa un anno nel suo Paese come prigioniero di coscienza, detenuto esclusivamente per il suo lavoro in favore dei diritti umani e per le opinioni politiche espresse sui social media.

I dieci migliori poster, selezionati in due fasi successive da una giuria internazionale (che prima ha individuato i 30 “finalisti”), saranno affissi a partire da lunedì 8 febbraio – anniversario della convalida dell’arresto – a Bologna (che ha conferito la cittadinanza onoraria allo studente) e nelle altre città e nei luoghi pubblici e privati che hanno già aderito e continuano ad aderire in queste ore all’iniziativa. Al momento sono arrivate formali adesioni di alcuni capoluoghi di provincia (Bari, Brindisi, Lecce, Napoli, Palermo, Taranto e Torino), di altri piccoli comuni pugliesi (Ruvo di Puglia, Corigliano d’Otranto, Trepuzzi, Surbo, Castrignano de’ Greci, Acquarica/Presicce, Tricase, Corsano, Tiggiano), dalla Scuola Normale Superiore di Pisa e dalle Università di Catania, di Trento del Salento, da ADI – Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca in Italia, USIGRAI – Unione Sindacale Giornalisti Rai, FNSI – Federazione della stampa nazionale italiana, LegaCoop Puglia, dalla maratona musicale Voci x Zaki – Voci x la libertà (che si terrà sempre l’8 febbraio). Tanti le manifestazioni di sostegno attraverso messaggi e condivisioni social di numerose personalità del mondo della cultura e dello spettacolo come, tra le altre, Paolo Fresu, Alessandro Bergonzoni, Edoardo Winspeare, Subsonica, Luca Barbarossa.

Nella giuria e giornaliste Annalisa Camilli, Francesca Mannocchi, Marta Serafini, Laura Cappon, dal giornalista Riccardo Luna, dalla designer canado-italiana, advisor di Poster for Tomorrow Ginette Caron, dall’architetto, designer e curatore indipendente Marco Rainò, dall’artista e attivista Gianluca Costantini, dalla graphic journalist italotunisina Takoua Ben Mohamed, dall’attivista Maryam Al Khawaja (Bahrein), dall’artista e attivista iraniano che vive e lavora in Francia Kianoush Ramezani e da un gruppo di designer e graphic designer formato da Marisa Gallen (Spagna), Cédric Gatillon (Francia), Mila Mars Melank (Bosnia ed Erzegovina), Francesco Poroli (Italia), Pavel Pisklakov (Russia), Teresa Sdralevich (Belgio), Agnieszka Ziemiszewska (Polonia).

Tra i 30 finalisti del concorso “Free Patrick Zaki, prisoner of conscience”, IL poster “Sword”, un’edizione speciale di poster design organizzato da “Poster For Tomorrow” e Amnesty International Italia, dal festival salentino Conversazioni sul futuro dell’associazione Diffondiamo idee di valore, in collaborazione con il Festival dei Diritti Umani di Milano e l’Associazione Articolo 21, con il patrocinio dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna.

“La libertà di espressione sarà fermata con la violenza”.

Nella bandiera dell’esercito egiziano sono raffigurate due spade incrociate. All’interno del poster, una di queste spade trafigge la nuvoletta (balloon) che solitamente, nei fumetti, contiene i testi pronunciati o pensati da un personaggio.

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