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Etiopia, tensione sempre più alta: proteste nella Regione Amhara

Il governo etiope inaugura all’ interno dell’ aeroporto di Addis Abeba il primo laboratorio di test COVID-19 fornito dalla Cina così da riaccendere la speranza di poter rilanciare il servizio di cuore volo passeggeri dell’Etiopia.

In varie aree della capitale come per esempio ad Haya Hulet, si hanno notizie nelle ultime ore di fermi, profilazioni ed arresti per persone di etnia tigrina.

Intanto da ieri 19/04/2021, sono iniziate le proteste in più città della nazione Amhara.

Centinaia di migliaia di persone che si stanno radunando, come si apprende da Addis Standard, per denunciare gli attacchi mirati, sfollamenti ed uccisioni contro la comunità Amhara.

I manifestanti stanno portando striscioni sia contro il PP – Prosperity Party, il partito del Premier etiope Abiy Ahmed sia verso l’attuale governo: canti con lo slogan non ci rappresentano”.

Da ricordare che con le elezioni del 5 giugno alle porte, l’ APP, Amhara Prosperity Party è un alleato chiave e strategico per la coalizione di governo di Abiy Ahmed per affrontare le su citate elezioni.

Molti canti e grida di protesta dirette anche al Primo Ministro Abiy recriminando il fatto che non sia stato in grado di gestire la situazione, bloccare gli attacchi ed incolpandolo per i molteplici omicidi del 22 giugno di alti funzionari regionali tra cui il presidente Ambachew Mekonnen e il procuratore generale regionale Migbaru Kebede.

Le proteste si sono aperte sulla scia delle violenze subìte dagli Amhara, nella zona speciale di Oromo occidentale, South Wollo, North Shewa nella Regione di Amhara.

Ad oggi sono sotto il controllo dell’ esercito federale, in quanto il governo ha dichiarato lo stato di emergenza.

Il NAMA – National Moviment of Amhara – il movimento di opposizione, ha criticato ferocemente il Premier accusandolo di supportare e favorire i ribelli “OLF Oromo Liberation Front / Shene”, in quanto le autorità regionali Amhara li accuserebbero di tutti gli attacchi contro la loro comunità.

Il NAMA ha classificato questi attacchi come “terrorismo sponsorizzato dallo stato” contro gli Amhara.

Da ieri, le proteste si svolgono in varie città e paesi, inclusa la capitale regionale Bahir Dar, così come nelle principali città tra cui Debre Markos, Weldiya e Desse, tra le altre. Proteste sono state organizzate anche da studenti di varie università, tra cui l’Università omonima in Addis Abeba e la Debre Markos University.

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