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Etiopia, scoperta cellula eversiva. Forti tensioni nella dirigenza Amhara

Lo scorso 6 maggio la giornalista etiope Siyanne Mekonnen informa sul quotidiano Addis Standard che le forze di sicurezza etiopi hanno intercettato una cellula eversiva clandestina che stava pianificando un golpe da attuare durante le elezioni amministrative previste per il prossimo giugno.
Secondo le informazioni disponibili presso le autorità del governo centrale di Addis Ababa, un’operazione congiunta della NISS (controllata dal leader nazionalista Amhara Temesgen Tiruneh), della Ethiopian National Defences Forces, della Commissione Federale della Polizia e della Agenzia di Sicurezza di Internet e delle Comunicazioni – INSA (creata nel 2008 da Abiy Ahmed Ali quando serviva il TPLF per azioni illegali di spionaggio dei cittadini etiopi), ha portato all’arresto di vari membri di una organizzazione eversiva denominata “Difensori della sopravvivenza del popolo Amhara”.
Secondo le indagini questa organizzazione eversiva era in contatto con alti funzionari dell’apparato di sicurezza del governo (di cui identità non sono state rese note) per attuare un colpo di Stato durante le elezioni previste per il prossimo mese di giugno. Il piano prevedeva l’assassinio di leader chiave dell’attuale governo, (probabilmente anche il Premier Abiy), disordini sociali ad Addis Ababa e in Amhara prendendo il pretesto di difendersi dagli attacchi etnici, intervento delle forze lealiste Amhara all’interno dell’esercito per riportare l’ordine nel paese e la costituzione di un governo di transizione controllato dall’ala dura dei nazionalisti Amhara.
Tra i presunti leader del gruppo figurano: Yihune Jembere, un alto ufficiale dell’esercito precedentemente sollevato dai suoi incarichi causa non ben specificata “cattiva condotta etica” e il comandante Mulumeta Tshige. I due ufficiali dell’esercito federale stavano reclutando e formando vari giovani disoccupati di etnia Amhara presso la capitale Addis Ababa e nella regione dell’Amhara con l’obiettivo di creare una rivolta nazionale durante le elezioni.
Il movimento eversivo si stava rapidamente rafforzando grazie ad un sapiente uso dei social media per reclutare e scambiare informazioni. Le pagine dei social media erano gestite in Germania e Stati Uniti da membri della diaspora Amhara. Secondo le indagini il gruppo eversivo ha beneficiato del sostegno logistico e finanziario di elementi “estremisti” della diaspora Amhara in diversi paesi europei e del Nord America.
Il coordinamento del gruppo era garantito da una organizzazione non profit “Meseret” in Germania che stava importando dispositivi elettronici e di telecomunicazione insieme a materiali educativi e vestiti necessari per le attività della ONG in Etiopia. Il direttore della ONG: Meseret Agaze, arrestato avrebbe confessato che questo materiale era destinato al gruppo eversivo.
L’irruzione presso il covo ad Addis Ababa ha portato all’arresto di quindici membri del gruppo compresi l’ufficiale Jembere e il comandante Tsige. Nel covo sono state ritrovate anche armi da fuoco, cellulari, computer, volantini, conti bancari e documentazione dei trasferimenti dei fondi. Tra i documenti è stata trovata una bozza di 85 pagine relativa alla Nuova Costituzione ideata da un professore universitario: Abera Meshha che vive e lavora negli Stati Uniti.
La magistratura etiope ha spiccato mandati di arresto per altri 15 cittadini etiopi che vivono in Europa e Stati Uniti, chiedendo alla Interpol di arrestare i sospetti e riportarli in Etiopia per affrontare la giustizia. Si sospettano rapporti e supporto da parte di membri di alcuni partiti di opposizione ma anche appartenenti all’attuale governo. Anche in questo caso le autorità etiopi hanno accuratamente evitato di far nomi.
L’operazione di mantenimento dell’ordine interno presa come notizia in sé non può che a essere a favore della efficacia dei servizi di sicurezza etiopi nello sventare attacchi eversivi o terroristici. Scovando tra la cenere, invece, si comprende che la vicenda sia da collegarsi con il nazionalismo Amhara e le spaccature che si stanno delineando al suo interno.
All’interno della dirigenza Amhara vi sono segnali di scisma. Teshager e Tiruneh rimangono i leader indiscussi per il momento ma devono affrontare una accanita ala destra ancora più nazionalista di loro. Un’ala politica estremista che sta nascendo all’interno del Amhara Prosperity Party, che sempre più si trova in linea con molte rivendicazioni del NAMA, National Movement of Amhara, il principale partito di opposizione. Entrambe le fazioni ultranazionaliste, mettono in discussione la lealtà del Primo Ministro Abiy alla causa Amhara. Entrambi lo accusano di provocare deliberatamente disordini per destabilizzare le comunità Amhara.
La conflittualità all’interno degli Amhara sta creando una serie di conflitti politici tra le varie sedi del Prosperity Party che indeboliscono gravemente il governo e possono destabilizzare il Paese. L’appoggio della dirigenza Amhara al Premier è stato dato nella convinzione comune che si fosse in grado di neutralizzare rapidamente il TPLF nel Tigray e nella convinzione di poter controllare Abiy, un politico giovane e con esperienza ben minore rispetto a quella detenuta dalle vecchie volpi di Teshager e Tiruneh.
Pur avendo annesso i territori del Tigray rivendicati, il TPLF non è stato sconfitto. Tutt’ora rappresenta una seria minaccia per la dirigenza Amhara. Le loro milizie sono nel mirino dell’opinione pubblica internazionale per i crimini commessi contro i civili. La comunità Amhara inizia ad essere vittima di attacchi razziali nello Stato dell’Amhara e in altre parti del Paese. L’ala dura accusa Teshager e Tiruneh di aver fallito nel compito di proteggere la popolazione e promuovere la causa nazionalista Amhara.
L’intercettamento e l’annientamento del gruppo eversivo che stava preparando il golpe sotto le elezioni evidenzia anche la capacità ancora intatta del Premier etiope di sventare complotti provenienti dai suoi alleati. Che il “Little Boy” stia crescendo facendo tesoro degli errori passati?

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