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Etiopia, possibile svolta nel conflitto col Tigray. Addis Abeba obiettivo forze tigrine e orome

Rapporti provenienti da fonti giornalistiche e militari sia regionali che internazionali confermano pesanti sconfitte subite dall’esercito federale etiope (ENDF) nella regione dell’Afar inflitte dall’esercito regolare del Tigray. L’offensiva è iniziata lo scorso fine settimana. Il governo regionale del Afar (sotto controllo del Prosperity Party) aveva dichiarato alla Reuters di essere in grado di respingere le forze tigrine.

Gli avvenimenti successivi dimostrano una realtà molto diversa. Le forze regolari tigrine attualmente controllano circa il 40% della confinante regione. Le truppe federali hanno subito pesanti perdite mentre le forze di difesa dell’Afar e quelle inviate dall’Oromia dimostrano scarsa volontà di combattere.

La situazione è talmente disperata che il Afar Prosperity Party (tramite il presidente regionale e il capo della sicurezza Afar: Ibrahim Hamid) ha lanciato appelli alle armi ai civili, estendendo poi l’appello a tutti i popoli dell’Etiopia per unirsi contro le forze del Tigray. I civili dell’Afar non hanno colto l’appello, preoccupati di una guerra che non è loro, combattuta nella loro regione.

La ONG etiope APDA (Associazione per lo Sviluppo Pastorale dell’Afar) informa che oltre 50.000 persone sono state sfollate a causa dei combattimenti, affermando che l’esercito regolare del Tigray controlla almeno quattro città. APDA ha inoltre parlato di saccheggi nelle case private compiuti dalle truppe tigrine. Le Agenzie ONU confermano solo le cifre riguardanti gli sfollati.

La rete stradale e ferroviaria che collega l’Etiopia con l’unico sbocco sul mare: il porto di Giubuti è il prossimo obiettivo dell’esercito regolare tigrino che sta avanzando verso la località di Mille dove si trova lo snodo stradale e ferroviario che collega Gibuti e Addis Ababa. L’obiettivo è quello di isolare l’intero paese bloccando tutte le importazioni e esportazioni di merci e carburante. Se l’obiettivo fosse raggiunto l’economia, già seriamente compromessa dalla pandemia Covid19 e dai due conflitti in Tigray e Oromia, subirebbe un collasso irreparabile. Una divisione dell’esercito regolare posizionata a Mille sta attendendo rinforzi e supporto aereo per respingere l’offensiva eimpedire il blocco dei trasporti.

La dirigenza nazionalista Amhara, tramite suoi Troll sui social ha diffuso la notizia che l’esercito gibutino si appresterebbe ad entrare in Etiopia per supportare l’esercito federale contro quello del Tigray. Il governo di Gibuti ha negato con veemenza questa notizia, affermando che sono stati schierati alla frontiera reparti del suo esercito solo a scopo difensivo. Le forze armate di Gibuti sono costituite da 20.470 truppe di terra, che sono divise in diversi reggimenti e battaglioni presidiati in varie aree del paese(stima 2018).

Gibuti ospita basi militari/navali di Stati Uniti, Giappone, Italia, Spagna, Cina e Arabia Saudita. Lo schieramento delle truppe alla frontiera etiope sarebbe una misura preventiva in difesa della stabilità territoriale e politica del piccolo paese del Corno d’Africa che detiene una grande importanza strategica. Gibuti si trova sull’importante stretto di Bab el-Mandeb. Un passaggio obbligato per il Canale di Suez, una delle rotte marittime più trafficate del mondo. Il trenta per cento di tutte le spedizioni nel mondo passa questo punto ed è un hub logistico vitale per il commercio globale di petrolio e merci. La vicinanza di Gibuti alle regioni instabili del Medio Oriente e dell’Africa lo rende il luogo perfetto per le basi militari.

L’offensiva in Afar non è un atto isolato dell’esercito regolare del Tigray. Una seconda offensiva è in corso nella regione Amhara. Le forze del Tigray hanno sbaragliato le truppe federali e le milizie Amhara nelle località di Kobo e Aid Arqay. Le forze di difesa del Tigray (TDF) hanno catturato depositi e attrezzature militari tra cui carri armati, lanciarazzi BM-40 e artiglieria pesante. In seguito alla vittoria di TDF a Kobo, si segnala che ilTDF si sta spostando nella città di Woldiya, che è la capitale del nord Wollo, nella regione di Amhara.

Tutto fa pensare che il prossimo obiettivo sia la capitale Amhara di Gondar. La situazione è talmente grave che la leadership nazionalista Amhara ha dichiarato il copri fuoco, mentre il capo della polizia segreta Temesgen Tiruneh ha reso visita a Gondar per incoraggiare quello che rimane dell’esercito federale e milizie Amhara. “Il TPLF deve essere distrutto una volta per tutte ovunque si trovi. Il TPLF è il nemico degli Amhara e di tutto il popolo etiope” ha dichiarato Tiruneh, prima di ritornare ad Addis Ababa per coordinare le azioni di rastrellamento di massa di cittadini etiopi di origine tigrina. Pesanti combattimenti sono in corso nell’area di Zarema, ultimo bastione di difesa prima di essere costretti a combattere per le strade di Gondar.

Le due offensive in Afar e Amhara fanno pensare che l’esercito regolare del Tigray stia puntando a distruggere l’economia nazionale al fine di impedire al “nemico” di continuare la guerra e, nello stesso tempo, di puntare dritto su Addis Ababa. La distanza tra Gondar e la capitale etiope è di 657 km. Essendo servita da ottime strade la distanza si percorre in meno di 12 ore. La caduta di Gondar metterebbe in serio pericolo Addis Ababa.

La macchina da guerra di Abiy Ahmed è essenzialmente distrutta. Quello che resta del suo esercito è allo sbando”, afferma il portavoce del TPLF: Getachew K Reda. Il Generale Birhanu Jula, capo dello stato maggiore delle forze federali risponde lanciando un ultimatum all’esercito regolare del Tigray di sospendere i combattimenti e accettare un cessate il fuoco. Birhanu minaccia di mettere sul campo un nuovo mega esercito più preparato, più forte, esperto e ben equipaggiato. Secondo vari esperti militari queste sarebbero minacce a vuoto. Le divisioni federali starebbero progressivamente abbandonando le regioni di Afar e Amhara per concentrarsi nella difesa di Addis Ababa.

Le preoccupazioni della dirigenza nazionalista Amhara non sono limitate al nord del paese. La capitale Addis Ababa è già minacciata dal Oroma Liberation Front (OLA). I guerriglieri Oromo rivendicano la conquista di diverse località nel distretto di Dugda Dawa. A testimonianza delle loro affermazioni hanno reso pubblico un filmato della battaglia affermando che 400 soldati federali sono stati uccisi, feriti o fatti prigionieri. Nel corso delle battaglie urbane il OLA ha organizzato unità speciali addette alla protezione e evacuazione dei civili. L’OLA proclama anche la liberazione di prigionieri politici imprigionati in un carcere locale. I combattimenti si stanno svolgendo a soli 60 km dalla capitale Addis Ababa.

Nella regione di Gambella, ai confini con il Sud Sudan il Fronte di Liberazione di Gambella (GLF) afferma di aver perso fiducia nei negoziati di pace con il Prosperity Party e minaccia di riprendere le ostilità. Il GLF fu formato nel 1985 all’epoca sostenuto dal governo di Khartoum. Al momento della sua fondazione, il GLF aveva l’obiettivo dichiarato di liberare Gambela dal dominio degli Highlanders (montanari di etnie amarica, tigrina e oromo). Dopo aver partecipato alla guerra di liberazione contro il Terrore Rosso di Menghistu, nel 1995 il GLF aveva accettato di deporre le armi fondando il Partito di Liberazione del Popolo di Gambella, assumendo una posizione conflittuale contro la coalizione governativa dominata dal TPLFche aveva causato la ripresa della lotta armata concluasi con una tregua e trattative di pace promosse da Abiy nel 2019. Al momento non si conosce la forza militare di questo gruppo ribelle, quindi non si è in grado di valutare se rappresenta una reale minaccia.

Gli eventi militari di questa settimana allontanano ogni possibilità di risolvere pacificamente la crisi politica militare dell’Etiopia. Esercito regolare del Tigray e il OLA sembrano in una posizione di forza che rende vani gli appelli al cessate il fuoco per aprire negoziati di pace. Fonti confidenziali affermano che tre giorni fa lo stato maggiore del ENDF ha tentato di aprire un dialogo con l’esercito tigrino. Proposta rifiutata a causa dei rastrellamenti e assassinii di centinaia di tigrini che vivono ad Addis Ababa, Gondar, e altre città etiopi sotto il controllo del Prosperity Party. L’informazione non ha trovato conferme dal TPLF e dal Governo federale.

Secondo alcuni esperti militari regionali le forze di difesa federali sarebbero orami in balia degli eventi, mentre il TDF e il OLA starebbero facendo una corsa contro il tempo per assicurarsi le vittorie sul campo necessarie per aumentare il loro peso politico in un eventuale “Post-Abiy”. I guerriglieri OLA sono militarmente inferiori alle forze tigrine ma il peso della loro etnia (40% della popolazione totale) impedisce al TPLF di ignorare le principali formazioni politiche: Oromo Liberation Front e Oromo Federalist Congress.

Nonostante le affermazioni dei dirigenti del TPLF è impensabile che il volume di fuoco del suo esercito che sta permettendo di sconfiggere quello federale e le varie milizie regionali derivi solo dall’armamento catturato in battaglia. Non sappiamo chi e come, ma qualcuno sta fornendo loro armi, munizioni e supporto logistico. Tuttavia questa non può essere trasformata in consolazione vittimistica per il Premier Abiy.

Alla base della sua rovina vi è una sottovalutazione del nemico (TPLF) e l’imperdonabile errore di rendere pubblici gli accordi militari siglati con la Russia. Parliamo chiaro. Dal Forum della cooperazione militare Etiopia-Russia tenutosi due settimane fa ad Addis Ababa, gli Stati Uniti hanno cambiato radicalmente la loro linea sull’alleato etiope. Credo che i successi militari del TPLF e il cambiamento della politica estera americana nei confronti dell’Etiopia, siano strettamente collegati” dichiara un esperto militare nigeriano di stanza presso Unione Africana ad Addis Ababa.

Prime crepe dell’alleanza Agegnehu Teshager – Temesgen Tiruneh – Abiy Ahmed Ali.

La manifestazione in supporto all’esercito federale tenutasi ad Addis Ababa è un chiaro segnale che il Premier e il Prosperity Party gode ancora di sostegno popolare. Non dimentichiamoci che le reali percentuali di voto delle elezioni del 21 giugno si aggirano attorno al 40% dei voti a favore del Prosperity Party. I tentativi di minimizzare la partecipazione popolare alla manifestazione fatti sui social dai simpatizzanti del TPLF sono da considerare pura propaganda.

Eppure si intravvedono le prime preoccupanti crepe nell’alleanza tra Amhara e il Premio Nobel per la Pace. Il sito di informazione online Mereja.com due giorni fa ha pubblicato un allarmante articolo: “Il regime di Abiy Ahmeda sta sabotando le forze Amhara”.  Mereja è un influente organo di propaganda della estrema destra Amhara in grado di influenzare le scelte politiche di Teshager e Tiruneh.

Gli estremisti Amhara affermano nell’articolo che l’esercito federale è praticamente fuori gioco e accusano Abiy di non fornire il necessario supporto logistico e militare alle forze Amhara che stanno disperatamente cercando di bloccare l’offensiva del TDF e di salvare la loro capitale: Gondar.

Sul fronte Wolkait le forze speciali Amhara e la milizia Fano non sono fornite di armi e cibo dall’Amministrazione Amhara e dal governo federale. Molti dei combattenti restano senza mangiare fino a 5 giorni. Nonostante le affermazioni del regime di Abiy e dei suoi sostenitori, il TPLF sta vincendo, non perché ha una leadership superiore, combattenti migliori e più armi, ma perché il TPLF sta combattendo contro un avversario (le forze di Amhara) che viene sabotato e accoltellato alla schiena da Abiy Ahmed e il suo burattino Agegnehu Teshager.

Le forze di Amhara sono demoralizzate e disilluse quando scoprono che la propaganda che stanno ascoltando dal governo e la realtà sul campo sono molto distanti. Per gli Amhara, la vittoria contro il TPLF sarà troppo costosa se continueranno a combattere sotto l’attuale leadership Amhara e federale. La soluzione è costringere l’amministrazione Amhara di Agegnehu Teshager a formare un’amministrazione provvisoria composta da tutti i partiti politici Amhara, statisti anziani, ufficiali militari, pianificatori economici e altri. Se gli Amhara riusciranno ad unirsi sotto una guida fidata, collaboreranno con tutti gli altri patrioti etiopi, e saranno in grado di sconfiggere il TPLF e salvare l’Etiopia dal sinistro complotto di Abiy Ahmed.”.

Queste affermazioni non sono frutto di un gruppuscolo di estremisti guerrafondai. L’estrema destra Amhara controlla la maggioranza delle forze speciali e il 100% delle milizie Fano. Agegnehu Teshager e Temesgen Tiruneh sono consapevoli del loro peso politico, militare e non possono ignorare gli avvertimenti contenuti in questo articolo. Rumori di sottofondo parlano di un colpo di Stato per rimuovere Abiy e salvare il salvabile con una pace all’ultimo minuto…

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