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Etiopia, parata militare dei nuovi armamenti di guerra

L’Ufficio del Primo Ministro etiope fa sapere che Abiy Ahmed Ali era presente all’esercitazione militare congiunta condotta dal’areonautica e dalle forze di fanteria meccanizzata tenutasi presso la Awash Arba Combat Technical School.

Il Premier ed il Comandante delle Forze Armate hanno sottolineato gli sforzi intrapresi per modernizzare le forze aeree e meccanizzate e per rafforzare la capacità attraverso armi moderne ed innovative.

Erano presenti all’evento insieme ad altri generali militari di alto livello, il capo di stato maggiore dell’ENDF, il maresciallo di campo Birhanu Jula, il vice capo di stato maggiore generale Abebaw Tadesse, il generale dell’aeronautica Yilma Merdassa e il commissario generale della polizia federale Demelash Gebremichael.

Successivamente hanno esaminato i miglioramenti apportati al comparto aeronautico presso il quartier generale di Bishoftu, come esplicitato dall’ ufficio del Primo Ministro.

La parata di nuovi mezzi da guerra avviene nel periodo in cui il TDF – Tigray Defence Forces è sottoposto al disarmo di armamenti pesanti, come predisposto dall’accordo di “cessazione delle ostilità”, siglato a Pretoria il 3 novembre 2022.

L’accordo prevede l’accesso umanitario incondizionato, ma anche se ci sono stati flebili progressi, sono ancora diverrsi milioni le persone a necessitare del supporto. Alcune aree sono ancora inacessibili.

L’accordo prevede anche la riativazione dei servizi di base: alcune cittadine sono state ricollegate alla linea telefonica, la maggior parte resta ancora isolata. Alcune banche che avevano dichiarato la loro riapertura, pochi giorni fa hanno emanato un comunicato ai loro clienti:

“Cari clienti Wegagen [Bank], a causa della mancanza di denaro, abbiamo interrotto il servizio di prelievo. Vi terremo informati se ci saranno cambiamenti”.

In concomitanza col disarmo l’accordo prevede la ritirata delle “forze esterne” dal Tigray: implicitamente definite così le truppe eritree, le forze speciali amhara e la milizia amhara Fano. Ci sono state dichiarazioni ufficiali di ritirata da alcune zone, ma nel contempo molte altre segnalazioni da parte di residenti tigrini che rivendicano la presenza dei militari ancora presenti nella loro comunità: denunce assimilate alle truppe eritree ancora intenti a promuovere abusi e violenze.
Le zone di Irob, Zalambessa e altre parti del Tigray centro, settentrionali e occidentali sono ancora bloccate all’accesso umanitario.

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