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Speciale Etiopia

Etiopia. La società civile del Tigray chiede un intervento immediato per gli sfollati

A quasi due anni dalla fine della guerra che ha distrutto la regione del nord dell'Etiopia, la crisi umanitaria nel Tigray ancora deve fare i conti con un milione di persone nei campi per sfollati, spesso veri rifugi di fortuna, presenti in tutto il territorio.

Le organizzazioni non governative, la società civile e gli operatori umanitari presenti in Tigray hanno richiesto al governo un intervento immediato per il milione ed oltre di sfollati interni presenti.

A quasi due anni dalla fine della guerra, 1 milione di persone ancora affolla i campi per sfollati interni della regione, le cui condizioni igieniche, sociali e umanitarie hanno oltrepassato ogni soglia di umana sopportazione. I campi di “Seba Kare” di Mekelle e “Abi-Adi” di Tembien “ospitano” l’80% del totale degli sfollati.

Etiopia

Uomini, donne e bambini devono sopportare condizioni al di là dell’impensabile, la mancanza dei beni di prima necessità e dei servizi di base, condizioni difficilissime aggravate dai periodi di siccità, dalla carestia e dalle inondazioni dovute ai cambiamenti climatici.

La presenza di un numero così alto di persone, concentrate in alcune aree, sta mettendo sotto pressione le comunità ed il governo regionale, che non riesce a dare risposte adeguate agli sfollati.

Il nuovo rapporto delle Nazioni Unite ha sottolineato come i cambiamenti climatici e le congruenze da essi innescate (periodi lunghi di siccità o eventi come le inondazioni), hanno pesato molto di più nell’ultimo anno sulla condizione di per sé precaria e al limite della sopravvivenza degli IDP. Eventi che hanno causato ulteriori spostamenti e maggiori rischi per tutti coloro che sono stati sradicati dalla loro terra a causa della guerra.

Le organizzazioni presenti sul territorio chiedono al governo ed alla comunità internazionale richiedono sforzi immediati e coordinati da tutte le parti interessate, al governo federale, a quello del Tigray, alla comunità internazionale.

La situazione di tensione interna alla regione, dovuta alla conflittualità tra la parti politiche tigrine, il contrasto con il governo federale, l’insicurezza derivante dai combattimenti nelle regioni vicine, come quella Amhara, dove le milizie Fano si fronteggiano con le forze federali, la guerra in Sudan, l’insicurezza dilagante, sono oggi gli impedimenti più grandi che impediscono agli sfollati di far ritorno a casa.

Come riportato da The Reporter, coloro che avevano trovato riparo nelle scuole, oggi hanno dovuto lasciare le strutture pe bla ripresa delle attività scolastiche nella regione. Ma gli IDP sono oggi impotenti di fronte queste situazioni, non hanno scelta. Sebbene il trattato di pace sia stata, a tutti gli effetti, una soluzione politica al conflitto, nessuna soluzione definitiva è stata trovata per gli sfollati.

Photo credit: © UNHCR/YDF

 

 

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