Il 13 agosto la Corte suprema di eSwatini si è resa responsabile di un grave passo indietro nella tenuta dei diritti umani confermando la Legge sulla soppressione del terrorismo.
Il testo in vigore, volutamente vago e generico, fa sì che possano essere qualificati “terroristi” e come tali arrestati e processati rappresentanti politici dell’opposizione, difensori dei diritti umani e giornalisti.
La norma era entrata in vigore nel 2008 a seguito di un attentato terroristico al ponte di Lozitha. Nel corso dello stesso anno, le autorità avevano ufficialmente definito “organizzazione terrorista” il partito di opposizione Movimento democratico unito del popolo. La stessa sorte, nel 2022, era capitata alla testata Swaziland News e al suo direttore, Zweli Matin Dlamini.
Nel 2016, su iniziativa tra gli altri dell’avvocato per i diritti umani Thulani Maseko (poi assassinato il 21 gennaio 2023 in circostanze quanto meno sospette, sulle quali il governo non ha mai indagato), l’Alta corte aveva giudicato incostituzionale buona parte della legge.
Il governo aveva fatto ricorso alla Corte suprema e così sì è giunti alla recente pronuncia.
Oltre alla Legge sulla soppressione del terrorismo, la Corte suprema ha anche confermato la Legge sulla sedizione e sulle attività sovversive, risalente al 1938, che a sua volta ha avuto e ha un grave impatto negativo sui diritti umani.