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Egitto, giornalista e scrittrice a processo per aver denunciato la violenza sessuale

Amnesty International ha chiesto alle autorità egiziane di porre fine alla vergognosa persecuzione giudiziaria di Rasha Azab, una giornalista e scrittrice che il 12 marzo va a processo per aver preso le parti di sei sopravvissute alla violenza sessuale.

Azab è accusata di “insulto”, “diffamazione” e “deliberato disturbo (nei confronti del ricorrente)” per aver espresso via Twitter solidarietà a sei sopravvissute alla violenza sessuale che avevano accusato anonimamente il regista cinematografico Islam Azazi di averle aggredite sessualmente. Nei suoi tweet, ha usato turpiloquio per commentare l’impunità di cui l’uomo beneficia.

Se condannata, Azab rischia fino a due anni di carcere e/o una multa di 50.000 sterline egiziane, equivalenti a circa 3000 euro.

Nel dicembre 2020 il blog femminista Daftar Hekayat aveva pubblicato sei testimonianze anonime in cui il Azazi era accusato di violenza sessuale e, in un caso, anche di stupro. Le sopravvissute avevano scelto l’anonimato non riponendo fiducia nel sistema giudiziario.

Tra dicembre 2020 e novembre 2021, Azab ha pubblicato vari tweet in cui esprimeva sostegno alle sei donne. Il 13 gennaio 2022 Azazi ha denunciato Azab e la regista Aida el-Kashef (che a sua volta aveva solidarizzato con le sei donne) e da lì la procura ha deciso di avviare il processo.

Assurdamente e disgraziatamente, dunque, le autorità egiziane continuano a perseguitare le sopravvissute, le testimoni e le attiviste che denunciano la violenza sessuale invece di fornire giustizia e riparazione.

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