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Da Limbiate a Kinshasa, il ricordo di Luca Attanasio. Il 25 maggio udienza per responsabilità agguato

Sull’asse Limbiate-Roma-Kinshasa si celebra il 22 febbraio il ricordo dell’ambasciatore italiano nella Repubblica democratica del Congo, Luca Attanasio ucciso nel 2021 in un agguato nel Nord Kivu insieme al carabiniere che gli faceva da scorta,  Vittorio Iacovacci, e all’autista del World food programme Mustapha Milambo,
A due anni da quel delitto sono in corso due procedimenti giudiziari. In Italia, dove il 25 maggio è stata fissata l’udienza preliminare a quatto mesi dalla richiesta di rinvio a giudizio di due funzionari del Wfp, Rocco Leone e Mansour Rwagaza, dove si sta celebrando un processo a carico di sei imputati ritenuti responsabili dell’imboscata e dell’uccisione delle tre vittime.
È proprio nella capitale congolese è volata la moglie diel diplomatico, Zakia Seddiki, che con le sue tre bambine presenzierà alla cerimonia di intitolazione della strada dell’ambasciata italiana rinominata “Avenue Luca Attanasio“. Sarà inoltre inaugurata un’opera realizzata dall’artista congolese Benjamin Matuatadidi con il simbolo della pace per commemorare Luca, Vittorio Iacovacci e Mustapha Milambo.
Oltre al nuovo ambasciatore in Rd Congo, Alberto Petrangeli, a celebrare il momento alcune autorità congolesi. Nelle stesse ore si svolgeranno momenti di commemorazione sia nella città della famiglia del diplomatico assassinato, e dove è sepolto, e alla Farnesina, dove verrà presentato il bando di gara per delle borse di studio destinate a ragazzi africani a lui dedicate.

Intanto a pochi chilometri dalla sede diplomatica  del nostro  Paese, nel carcere militare di Ndolo, il primo marzo potrebbe essere emessa la sentenza sui presunti killer di Attanasio, Iacovacci e Milambo.
Il verdetto arriva dopo cinque mesi di dibattimento in cui i dubbi sembrano prevalgano sulle certezze.
Il processo a Kinshasa, iniziato lo scorso  ottobre, è stato caratterizzato da incongruenze e falle procedurali ma la decisione del Tribunale militare, che ritiene colpevoli i sei imputati, appare scontata.
Diversa la situazione a Roma, dove i funzionari del Wfp potrebbero non essere rinviati a giudizio nonostante  l’importante lavoro dalla Procura di Roma che ha condotto un’inchiesta, coordinata dal pm Sergio Colaiocco, sulle omesse cautele per la sicurezza del convoglio attaccato il 22 febbraio del 2021.
Il processo  potrebbe non celebrarsi mai in quanto appare scontata la scelta degli indagati di avvalersi dell’immunità diplomatica.
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