L’Unicef oggi ha fatto appello alla comunità internazionale per un fondo di 2,6 miliardi di dollari per soddisfare le esigenze sempre crescenti in Medio Oriente e Nord Africa.
Sono 52,7 milioni i bambini in stato di necessità nei due quadranti.
“Con quasi la metà dei paesi della regione in crisi o che subiscono gli effetti a catena di conflitti e guerre, i bambini rimangono i più colpiti e hanno un disperato bisogno di assistenza“, ha dichiarato Adele Khodr, direttore regionale dell’UNICEF per il Medio Oriente e il Nord Africa, nel comunicato stampa di martedì.
“Anno dopo anno, una situazione terribile sta peggiorando, con molte famiglie che diventano più povere mentre affrontano gli impatti di molteplici crisi“, ha aggiunto.
Le due regioni sono da tempo interessate da conflitti di diversa natura e tra i più duraturi al mondo. La Siria sta per affrontare il suo 12esimo anno di guerra, un conflitto che ha prodotto solo nel paese ben 6,5 milioni di bambini bisognosi di assistenza.
Lo Yemen sta affrontando una tra le crisi umanitarie peggiori al mondo, con quasi la totalità dei minori presenti nel paese bisognosa di aiuto immediato.
A quasi otto anni dall’escalation del conflitto, più di 23,4 milioni di persone, tra cui 12,9 milioni di bambini, hanno bisogno di assistenza umanitaria e protezione – quasi tre quarti dell’intera popolazione. Si stima che 2,2 milioni di bambini in Yemen siano colpiti da malnutrizione acuta, tra cui quasi 540.000 bambini sotto i cinque anni che soffrono di malnutrizione acuta grave e lottano per sopravvivere.
Le crisi in Libano, Sudan ed Etiopia hanno portato altri milioni di bambini ad affrontare l’inimmaginabile e a vivere in condizioni critiche.
Secondo un nuovo rapporto lanciato dall’UNICEF, chiamato “Education Under Fire” a causa dell’intensificarsi dei conflitti e degli sconvolgimenti politici in Medio Oriente e in Nord Africa oltre 13 milioni di bambini non frequentano più la scuola.
“I danni non sono solamente quelli fisici arrecati alle scuole, ma anche le sofferenze subite da un’intera generazione di studenti che vedono le proprie speranze e il proprio futuro spazzati via”.
Nei paesi attualmente in guerra – Siria, Iraq, Yemen e Libia – circa 9.000 scuole non possono essere utilizzate perché sono state danneggiate, distrutte, utilizzate come rifugi per civili sfollati o requisite da una delle parti in conflitto.