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Covid-19, l’Africa sola contro la pandemia ma resta terra del futuro con grandi potenzialità

La violenza non ha distinzioni di razza né di stati e diviene la risposta più immediata in situazioni di emergenza. Mi sono sempre chiesta perché è insita nell’uomo e non negli animali…
Il Coronavirus ha messo in evidenza problematiche, violenze e soprusi che avevamo messo da parte, forse per la paura di non affrontarli o perché era il compromesso di alcuni. E’ questa la realtà di molti stati africani come la Nigeria dove durante l’epidemia da Coronavirus sono aumentati i casi di violenza, ma oltre a questa tendenza c’è da sottolineare un fatto molto più importante, il ripetersi di un “atteggiamento di scarto” come è già avvenuto per il virus dell’Hiv e l’influenza aviaria H5N1, e cioè che Africa anche stavolta è stata ignorata e lasciata a se stessa in questa battaglia contro il Covid, sia da un punto di vista medico con la scarsità dei test diagnostici per rilevare il coronavirus, che economico con procedure assistenziali. Mi auguro che i governi non si ricordino degli africani solo quando dovranno testare il vaccino. L’Africa è la terra del futuro con grandi potenziali. L’obiettivo dello “scarto” non è l’Africa ma gli africani, liberi pensatori e in rapido cambiamento, anche loro sono uomini che si adeguano ma non si conformano nel pensiero.
Posso adeguarmi, ma non voglio conformarmi
Posso adeguarmi a convivere con il virus del Covid19, alla mascherina, alle restrizioni dei Dpcm, al sacrificio per la mancanza di un abbraccio, ma non voglio conformarmi alla violenza, al livore, l’aggressività, l’individualismo, l’egoismo, la superficialità, l’orgoglio, la superbia, l’ingordigia e a tutto ciò che non è generato dall’amore, dalle buone relazioni e convivenza tra le persone e i popoli.
Allinearsi alla violenza porta ognuno di noi a diventare un piccolo “Giuda” che tradisce i valori della libertà, della giustizia, della verità e dell’amore fraterno. La vera lotta per la libertà è cooperazione, solidarietà, unione umano di intenti e valori per il bene di molti, non di pochi. Solo se utilizziamo il dono del libero arbitrio e del discernimento dei nostri pensieri e delle nostre azioni saremo davvero persone libere e vere.
Grandi uomini di pace ci hanno insegnato che la libertà parte dalle nostre azioni personali, che le vere rivoluzioni sono di ideali e non dettate dalla forza e dalla violenza. Chi è aggressivo, violento, ha dentro di sé le matrici della paura e della rabbia. Chi è violento non è forte ha solo paura!
Basta alle azioni violente in piazza, basta con la violenza verbale e l’allarmismo nei programmi TV, basta con gli haters da tastiera, basta alle informazioni pilotate dei media e mainstream la cui missione ormai non è più quella di dare informazione ma di creare audience. L’allarmismo, la guerra d’informazione e la diversità delle comunicazioni delle notizie non aiutano, anzi destabilizzano, creano confusione, incertezza e rabbia che a loro volta generano violenza dettata dalla paura. Spesso per alcuni non è la paura della morte, ma la paura di essere lasciati soli a se stessi, senza alcun supporto sociale, un senso di solitudine e di impotenza che genera paura più per i propri cari, per i propri figli che per se stessi.
Il virus è invisibile, ma l’essere umano è tangibile con tutte le sue necessità fisiche, morali ed economiche, con l’esigenza di una dignità che si conforma nel lavoro e con le sue debolezze.
Le azioni di violenza e il seme della paura hanno l’intento di sradicare la visione del futuro e della speranza, valori insiti nell’uomo che fanno parte non solo dell’istinto di sopravvivenza ma della fede. Non lasciamoci destabilizzare, non perdiamo la speranza, anzi combattiamo ideologicamente e con la nostra fede per ravvivare la speranza di una società migliore, non lasciamoci sopraffare da condizionamenti o dai soprusi sociali ma continuiamo a piantare i nostri alberi di speranza, di verità, dignità e coraggio.
Come usava dire Martin Luther King: “Anche se sapessi che domani il mondo andrà a pezzi, pianterei comunque il mio albero di mele”.
Facciamo nostre le parole di Mahatma Gandhi, uno dei più grandi rivoluzionari pacifisti:
“Se potessimo cancellare l’«Io» e il «Mio» dalla religione, dalla politica, dall’economia ecc., saremmo presto liberi e porteremmo il cielo in terra. Il genere umano può liberarsi della violenza soltanto ricorrendo alla non-violenza. L’odio può essere sconfitto soltanto con l’amore. Rispondendo all’odio con l’odio non si fa altro che accrescere la grandezza e la profondità dell’odio stesso”.

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