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Covid-19, in Tunisia due blogger criticano l’azione del governo e finiscono in carcere

Tra gli stati del Maghreb, la Tunisia è quello che meglio rispetta il diritto alla libertà d’espressione, garantito dall’articolo 31 della Costituzione del 2014. 
 
Eppure l’accanimento con cui in questo periodo le autorità di Tunisi cercano di impedire le critiche alla risposta del governo alla pandemia da Covid-19 lascia interdetti.
 
La scorsa settimana due blogger sono stati arrestati e incriminati per aver denunciato sui loro profili social che il governo non stava fornendo aiuti economici alle persone in difficoltà a causa della pandemia e che nei negozi mancavano prodotti alimentari essenziali.
 
Il 12 aprile Hajer Awadi ha pubblicato sul suo profilo Facebook un video in cui denunciava la corruzione delle autorità locali e l’insufficiente distribuzione di beni di prima necessità nella regione di Le Kef, nella Tunisia nord-occidentale. Nel video, accusava la polizia locale di aver aggredito e minacciato lei e suo zio per aver denunciato episodi di corruzione. 
 
Un’ora dopo, sono stati arrestati entrambi. Il 13 aprile sono stati incriminati per “disturbo all’ordine pubblico” e “offesa a pubblico ufficiale”, come previsto dagli articoli 316 e 125 del codice penale.
 
Lo stesso giorno Anis Mabrouki ha pubblicato sulla sua pagina Facebook un video che mostrava una folla in fila, di fronte all’ufficio chiuso del sindaco di Tebourba (una città a 30 chilometri da Tunisi), per ricevere gli aiuti economici promessi dal governo. Il giorno dopo il sindaco lo ha denunciato. 
 
Il 15 aprile Mabrouki è comparso di fronte a un giudice che lo ha incriminato per i reati di “disturbo all’ordine pubblico” e “accusa immotivata a un pubblico ufficiale di reati commessi nell’esercizio della sue funzioni”, ai sensi degli articoli 316 e 128 del codice penale.
 
Respinta la richiesta di scarcerazione, Mabrouki attende in cella il processo, il cui inizio è previsto il 30 aprile.
 
Se andrà bene, Awadi e Mabrouki prenderanno una multa. Ma rischiano anche un anno di carcere.
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