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Covid 19, Guinea: ai posti di blocco per il lockdown si spara a vista

Il bilancio parziale delle uccisioni  del 12 maggio ai posti di blocco istituiti nella provincia di Kindia, in Guinea, è di sei morti, tra cui una donna incinta.
 
Erano persone che, come in decine di altri paesi del mondo, si trovavano costrette a violare le norme sul contenimento per una necessità impellente: trovare un lavoro alla giornata per portare a casa qualcosa da mangiare.
 
C’è un richiamo inquietante in questa storia. Nella provincia di Kindia si era registrato il maggior numero di morti tra le persone che il 12 marzo avevano preso parte alle proteste contro il referendum che avrebbe concesso al presidente Alpha Condé la possibilità di concorrere per un terzo mandato presidenziale. 
 
Intanto le carceri del paese si riempiono di oppositori, almeno 40 nelle ultime due settimane. Tra loro Saikou Yaya Diallo, esponente del Fonte nazionale per la difesa della 
costituzione, entrato in carcere il 7 maggio: ha il diabete ed è particolarmente a rischio di contrarre il coronavirus.
 
Nella prigione centrale della capitale Conakry si trovano 1500 detenuti, a fronte di una capienza massima di 300.
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