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Covid-19, cooperazione globale e continentale essenziale per garantire accesso a vaccino in Africa

Oggi, 27 dicembre 2020, nei Paesi dellUnione Europea comincia la vaccinazione contro la COVID-19, è un grande giorno. Lo è anche perché organizzare una campagna così estesa e in modo coordinato per tante nazioni diverse è uno sforzo notevole che va riconosciuto. Da una pandemia se ne esce solo tutti insieme, ma una pandemia riguarda il mondo, cioè lumanità, quindi è fondamentale che la vaccinazione possa estendersi ovunque e a chiunque. Infatti, i rischi non sono solo sanitari.

La situazione africana, ad esempio, è molto varia e soprattutto senza un coordinamento generale: in Kenya i vaccini arriveranno a gennaio 2021, in Rwanda a marzo, in Uganda tra maggio e giugno, altrove non si sa. In generale, i 54 Paesi del continente africano sperano di iniziare entro la metà del 2021, tuttavia prima dovranno mettere in atto la logistica necessaria, come la refrigerazione.

Le speranze dellAfrica di ricevere il vaccino sono riposte nelliniziativa globale COVAX, che mira ad acquistare e fornire due miliardi di dosi di vaccini alle persone più povere del mondoentro il 2021, ossia agli abitanti di 92 Paesi a reddito medio-basso in Africa, Asia, Caraibi e Pacifico, oltre che in alcune zone del Medioriente e del Sud Europa. COVAX è uniniziativa multilaterale di cui la Commissione Europea e la Banca Europea per gli Investimenti sono i principali sostenitori, con più di 850 milioni di euro; un grande sforzo volto a rendere il vaccino un bene comune mondiale, così da ambire a porre fine alla pandemia e garantire una ripresa sostenibile per tutti. I finanziamenti già stanziati, però, non sono sufficienti, per cui, come ha dichiarato Seth Berkley, amministratore delegato di Gavi, lAlleanza per i vaccini, “contiamo di raccogliere almeno altri 5 miliardi di dollari USA nel 2021 per garantire una distribuzione equa dei vaccini a tutti coloro che ne hanno bisogno. Il presidente della Banca Europea per gli Investimenti, Werner Hoyer, ha aggiunto che “garantire che nessun Paese venga escluso dallaccesso ai vaccini contro la COVID-19 a causa dei costi è un obbligo morale. […] È ora il momento di guardare al futuro e garantire che tutti i Paesi possano beneficiare di questi progressi”.

Secondo le prime informazioni, i vaccini acquistati per conto di COVAX saranno consegnati dallUNICEF e dallOrganizzazione Panamericana della Sanità (PAHO), coordinati da Gavi, un partenariato pubblico-privato creato nel 2000 che contribuisce a vaccinare metà dei bambini nel mondo contro alcune delle malattie più letali a livello mondiale. Sin dalla sua fondazione, Gavi ha contribuito ad immunizzare oltre 822 milioni di bambini e ha evitato oltre 14 milioni di decessi, contribuendo a dimezzare la mortalità infantile in 73 paesi in via di sviluppo.

Anche il segretario generale dellONU Antonio Guterres ha ribadito che i nuovi vaccini vanno trattati come un bene pubblico globale messo a disposizione di tutti nel mondo, ma la questione più urgente, al momento, è organizzare la logistica e la distribuzione, di cui si sa ancora poco. John Nkengasong, responsabile dei Centri Africani per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (Africa CDC), ha dichiarato che “sarebbe terribile vedere i Paesi ricchi ricevere i vaccini anti-COVID-19, mentre i Paesi africani rimanerne senza. In base ad un articolo dello stesso Nkengasong pubblicato su “Nature il 6 ottobre ‘”COVID-19 vaccines: how to ensure Africa has access”), in Africa le vaccinazioni non cominceranno prima della metà del 2021, per cui sarà necessario attendere fino a ottobre per garantire 1,5 miliardi di dosi di vaccino necessarie per raggiungere il 60% degli 1,3 miliardi di persone del continente, considerando che saranno necessarie due dosi a persona. Il costo complessivo sarebbe tra 7 e 10 miliardi di dollari USA.

Rimangono molte questioni aperte, come il dubbio che ci siano abbastanza dosi per tutti: per i 92 Paesi più poveri se ne prevedonodue miliardi entro la fine del 2021, ma secondo uno studio di Oxfam i Paesi ricchi se ne erano assicurati più di 5 miliardi già nel settembre scorso. Inoltre, vi sono altre sfide infrastrutturali, come la fornitura elettrica, che è assente in molte zone rurali del continente, e la disponibilità di frigoriferi abbastanza potenti per conservare i vaccini: “Prevediamo che i problemi riguardino in particolare lo stoccaggio e la distribuzione di quei vaccini che necessitano di temperature molto basse, come quello sviluppato da Pfitzer e BioNTech, ha detto Michelle Seidel, specialista della catena di approvvigionamento dellUNICEF.

L’Africa è abituata a vaccinazioni di massa, ma queste in genere riguardano i bambini al di sotto dei 5 anni, i quali, però, sono solo una piccola porzione della popolazione, mentre ora è necessario immunizzare tutti, per cui, ha evidenziato Catherine Kyobutungi, epidemiologa e direttrice dellAfrican Population and Health Research Center, “dobbiamo pensare allintera popolazione: quante siringhe, operatori sanitari, stanze e cliniche saranno necessari?”. L’importanza della vaccinazione in Africa è enorme, come ha sottolineato Nkengasong, secondo cui almeno il 60% della popolazione del continente dovrà essere vaccinata nei prossimi due o tre anni, “altrimenti il virus diverrà endemico nelle nostre comunità.

In questa attesa e in questa incertezza è possibile che si insinuino speculatori e truffatori. Un piccolo esempio è nell’account twitter anonimo “@mcdowell20 (https://twitter.com/mdowell20), aperto il 26 dicembre e con soli 5 tweet, tutti con lo stesso messaggio: offre vaccini anti-COVID-19 e chiede di entrare in contatto con qualcuno di influente nei seguenti Paesi: Burundi, Etiopia, eSwatini, Pakistan, Unione Africana. Probabilmente è solo un buontempone o un mitomane, ma è piuttosto indicativo di quanto sia importante fare in modo che tutti, in tutto il mondo, possano presto accedere ai vaccini: è una garanzia contro speculazioni, mercato nero e ricatti.

 

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