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Covid – 19, 18 mila contagiati in Africa. Macron: Europa annulli debito

La diffusione del Covid-19 si è ormai estesa in tutta l’Africa, con quasi 18 mila contagi in 52 paesi su 54 e 913 morti. Per l’Africa Center for Disease Control and Prevention (Africa Cdc) i livelli restano ancora bassi ma ha annunciato che effettuerà un milione di kit “per colmare il grande divario nelle analisi rispetto agli altri continenti” come ha sottolineato il direttore dell’organizzazione John Nkengasong.
“Riteniamo necessario sottoporre più gente possibile ai test per verificare il reale livello di diffusione del virus – sostiene Nkengasong – Attualmente le nazioni più popolose del continente hanno effettuato pochissime analisi: la Nigeria, con oltre 200 milioni di cittadini, ha effettuato solo 6.000 test, mentre l’Etiopia con oltre 100 milioni di persone ha testato solo 5.000 persone”.
Intanto scienziati e autorità sanitarie africane stanno adattando al coronavirus tecnologie e strategie di contrasto utilizzate in passato per affrontare altre malattie epidemiche come Aids, tubercolosi, poliomielite, febbre lassa ed ebola. Un tentativo di compensare le gravissime carenze dei sistemi sanitari di tutti gli Stati del continente. “Tecnicamente l’Africa non è ben preparata”, ha ammesso Christian Happi, direttore del Centro Africano di eccellenza per la genomica delle malattie infettive all’università “Redeemer” di Ede in Nigeria. “Ma in termini di comprensione delle malattie e di lotta con risorse limitate alle epidemie, l’Africa è molto meglio preparata perché affronta permanentemente scoppi epidemici”, ha aggiunto lo scienziato come riporta il Financial Times. Il quotidiano segnala ad esempio che in Sudafruca i test per il Covid-19 sono stati aumentati usando una rete di oltre 200 laboratori pubblici sviluppata per contrastare epidemie di Hiv e Tbc. Inoltre la branca Africana dell’Organizzazione mondiale della sanità ha annunciato che userà per il coronavirus un sistema di raccolta dati, detto Avadar, allestito in origine per la polio. Tecniche di sorveglianza sperimentate durante l’epidemia della febbre emorragica ebola che nel 2014/2015 uccise più di 11 mila persone soprattutto in Guinea, Liberia e Sierra Leone vengono ora usate contro il Covid nella stessa AFRICA occidentale. Il più popoloso Paese dell’area e dell’intero continente, la Nigeria, sta poi riadattando al Covid circa 400 macchine per test rapidi della tubercolosi e squadre addestrate per rilevare la febbre emorragica “di lassa” ora cambieranno obiettivo e andranno a caccia del coronavirus.
Per quanto riguarda le conseguenze dell’emergenza, l’Unione Africana e l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao) hanno incontrato in video conference i ministri dell’agricoltura africani per analizzare le implicazioni della pandemia del Covid-19 sulla sicurezza alimentare e sulla nutrizione.
La riunione, convocata congiuntamente dal direttore generale Qu Dongyu e dal presidente del Comitato tecnico dell’Unione Africana per l’agricoltura, lo sviluppo rurale, le risorse idriche e l’ambiente e ministro dell’Agricoltura, della riforma agraria e dello sviluppo rurale del Sudafrica Angela Thoko Didiza, è stata moderata dal commissario del dipartimento di Economia rurale e agricoltura dell’Unione Africana, Josefa Sacko. Al termine della riunione è stato sottoscritto un accordo strategico da parte dei partecipanti.
Intanto, a livello internazionale, cominciano a proporre interventi per aiutare l’Africa ad affrontare l’emergenza.
In particolare il presidente francese Emmanuel Macron ha affermato che “la Francia e l’Europa devono sostenere l’Africa aiutandola a lottare contro il Covid-19 annullando in modo massiccio il suo debito”.
Il suo appello fa seguito a quelli di leader africani, da ultimo si era espresso in questo senso il presidente senegalese Macky Sall, e di Papa Francesco. Di debito e di sostegno alle economie più deboli del pianeta si parlerà in settimana nel corso di un vertice del gruppo del G20 e della riunione di primavera del Fondo monetario internazionale (Fmi). La speranza è che l’Africa sia tema centrale.

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