Domenica 29 settembre, durante una messa celebrata nello stadio di Bruxelles, il Papa ha annunciato che sarà presto iniziato il processo di canonizzazione del re Baldovino, che è stato sovrano del Belgio dal 1951 al 1993. Con il dovuto rispetto, mi permetto di dire che si tratta di una decisione profondamente sbagliata.
Non tutti in Europa conoscono le responsabilità che il re Baldovino ha avuto nell’omicidio del primo ministro congolese Patrice Lumumba, fucilato in Katanga il 17 gennaio 1961 da un plotone d’esecuzione comandato da ufficiali belgi. Per lo scrittore Ludo De Witte, Baldovino è uno dei principali responsabili di questo delitto atroce, che è all’origine di quasi tutti i mali che hanno afflitto il popolo congolese. Il grande autore belga, nel suo libro The assassination of Lumumba(L’omicidio di Lumumba), porta alla luce vari documenti che erano stati nascosti per anni. Tra questi, c’è un telegramma che il ministro degli affari africani, il conte d’Aspremont Lynden, aveva inviato in Congo il 6 ottobre 1960: “L’obiettivo principale da raggiungere, negli interessi del Congo, del Katanga e del Belgio, è chiaramente l’eliminazione definitiva di Lumumba” (pagina 25).
Ludo De Witte è convinto che il re dei Belgi abbia avuto delle grosse responsabilità in questo delitto di stato. “Il re Baldovino non appare nel racconto dell’omicidio di Lumumba. Troppi sono i testimoni ben protetti che ancora rifiutano di parlare, troppe porte degli archivi sono ancora chiuse. Tuttavia, il palazzo reale ha indubbiamente giocato un ruolo dietro le scene durante questo periodo” (pagina 42).
Il libro di De Witte è stato scritto nel 1999: da allora, nuovi documenti e testimonianze ci permettono di stabilire senza ombra di dubbio che Baldovino approvò il piano che prevedeva l’omicidio di Lumumba e che, se il sovrano si fosse opposto, il governo belga non avrebbe fatto uccidere il primo ministro congolese.
I miei professori di teologia dell’Università Lateranense mi hanno insegnato che il Papa è infallibile solo quando parla ex cathedra in materia di fede e di morale. Mi permetto dunque di osservare che su questo argomento l’attuale Pontefice non è infallibile, anzi sta per commettere un grave errore. Chiedo dunque ai vescovi congolesi di scrivere al Papa e di convincerlo a cambiare idea: il processo di canonizzazione non è ancora iniziato e siamo ancora in tempo ad evitare che sia innalzata agli onori dell’altare una persona che non lo merita.