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Camerun, un anno fa la repressione. Amnesty e Human Rights Watch chiedono il rilascio dei prigionieri politici

Un anno fa le forze di sicurezza del Camerun stroncarono con grande violenza le manifestazioni convocate dal Movimento per la rinascita del Camerun (Mrc), il principale partito di opposizione, e dai gruppi della società civile.

Migliaia di persone erano scese in strada per chiedere la fine della repressione contro le voci critiche e i dissidenti, denunciare la mancanza di sicurezza nelle regioni anglofone e chiedere una riforma della legge elettorale. Furono arrestate almeno 500 persone, molte delle quali picchiate prima e dopo il trasferimento nei centri di detenzione.

Secondo gli avvocati dell’Mrc, almeno 124 iscritti e simpatizzanti del partito si trovano tuttora in carcere. A rischiare un processo in corte marziale sono in 116. Le condanne in sede civile, a due anni di prigionia, sono state già otto.

Le denunce di tortura sono state regolarmente archiviate e nessuno è stato chiamato a rispondere per le violenze commesse durante la repressione delle manifestazioni del settembre 2020. Amnesty e Human Rights Watch chiedono il rilascio dei prigionieri politici

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