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Camerun, incendiata una chiesa cattolica. Rapiti 8 religiosi

Non si ferma la violenza contro i cattolici in alcuni Paesi del continente africano. Oggi ad essere toccato dall’ennesimo attacco è il Camerun. La chiesa di Santa Maria a Nchang, nella diocesi di Mamfe, è stata data alle fiamme e otto persone sono state rapite: cinque sacerdoti, una suora e due fedeli laici. Sulla loro sorte ancora nessuna notizia. L’episodio arriva dopo appena dieci giorni dall’incendio appiccato da terroristi nella missione cattolica di Chipene, in Mozambico. Nell’attacco era rimasta uccisa la suora missionaria italiana Maria De Coppi. Ma violenze di questo tipo sono all’ordine del giorno anche in Nigeria, in Burkina Faso, in Congo, solo per citare alcuni Paesi tenuti sotto scacco dalle frange jihadiste. I vescovi della regione d camerunese, dove è stata data alle fiamme la chiesa di Santa Maria, esprimono “grande choc e totale orrore”. “Questo atto è senza precedenti e senza ragioni”, rimarcano i presuli. Ricordando che dal 2016 la popolazione dell’area è vessata dalle violenze, i vescovi condannano gli attacchi che si ripetono anche contro la Chiesa cattolica, i sacerdoti e i religiosi, e sottolineano che con questo gesto, l’incendio della chiesa a Mamfe, è stata “oltrepassata la misura”. La conferenza episcopale regionale condanna l’atto e chiede “l’immediata liberazione” delle otto persone rapite e sottolinea che gli aggressori e coloro che li hanno aiutati, “si sono messi contro Dio e non contro gli uomini e nessuno mai tra coloro che hanno combattuto contro Dio ha vinto”. A rilanciare la notizia dell’attacco è stata la fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre. “E’ l’ennesimo drammatico caso di persecuzione anticristiana in un continente africano sempre più radicalizzato. Fino a pochi anni fa  – spiega il direttore di Acs-Italia Alessandro Monteduro – in Camerun non c’erano problemi di convivenza tra comunità religiose. La situazione purtroppo degenera nel 2015 con l’ascesa nella regione del Sahel di gruppi religiosi radicali con ideologie wahhabite e salafite, come Boko Haram, che si sono riversati nel Nord-ovest e nel Sud-ovest del passe, stesso dalla vicina Nigeria e dal Ciad, minacciando la tolleranza e la libertà religiosa storicamente regnanti nel Paese. Dal 2016 ad oggi, le violenze in atto in queste zone hanno causato la morte di oltre 3.000 persone, sia civili che membri dell’esercito, e ridotto in condizione di sfollati interni quasi 700.000 persone. Il tutto nel silenzio generale della comunità internazionale”.

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