Il 16 settembre 2023 a Luanda, alla vigilia di una manifestazione di solidarietà per i conducenti di moto-taxi, la polizia angolana arrestò quatto attivisti: Adolfo Campos, Hermenegildo Victor José, Gilson Moreira e Abraão Pedro Santos.
Il 19 settembre, al termine di un processo sommario, i quattro vennero condannati a due anni e mezzo di carcere per “disobbedienza” e “resistenza a pubblico ufficiale”. I video circolati all’epoca li mostrano a terra, immobili, senza opporsi in alcun modo all’arresto.
La salute di tre dei quattro detenuti è via via peggiorata: le autorità delle carceri in cui sono detenuti hanno volutamente negato loro le cure mediche e anche il ricovero in ospedale per essere sottoposti a interventi chirurgici.
Campos ha perso gran parte della vista e del tutto l’udito dall’orecchio sinistro. Hermenegildo Victor José ha maturato problemi alla spina dorsale che gli impediscono di stare in piedi per più di 30 minuti. Morera, già in carcere dal gennaio 2022 al giugno 2023 per aver definito il presidente angolano Lourenço “un clown”, dovrebbe sottoporsi a un intervento chirurgico per problemi all’intestino ma resta in carcere.
In carcere sta male anche Ana da Silva Miguel, una tik-toker arrestata nell’agosto 2023 a causa delle critiche al presidente contenute in un video. Ha contratto l’Hiv nel 2020, è stata ricoverata d’urgenza il 3 dicembre e solo nell’aprile di quest’anno la direzione della prigione in cui è detenuta ha autorizzato le cure mediche.
Amnesty International ha rinnovato l’appello affinché tutte le persone condannate in Angola solo per aver espresso pacificamente le loro opinioni siano scarcerate.