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Algeria, un tribunale dà ragione al governo: sciolto gruppo della società civile

Il 13 ottobre il tribunale amministrativo di Algeri ha decretato lo scioglimento del Raj (Rassemblement Action Jeunesse), un importante gruppo della società civile algerina, per violazione della legge sulle associazioni

Il 26 maggio il ministero dell’Interno si era rivolto alla giustizia sostenendo che il Raj si fosse impegnato in attività “differenti da quelle per le quali era stato creato”, tra cui “azioni sospette insieme a soggetti stranieri”; avesse “contribuito a incitare i cittadini a radunarsi senza autorizzazione” e “adottato strategie di natura politica allo scopo di seminare il caos e disturbare l’ordine pubblico” mantenendo rapporti con due partiti politici d’opposizione. Il Raj, secondo il governo algerino, costituiva “un pericolo per la sovranità nazionale, per la politica estera dello stato, per l’ordine pubblico e la sicurezza pubblica”.

Cinque organizzazioni per i diritti umani, tra le quali Amnesty International e Human Rights Watch, hanno preso le parti del Raj, sostenendo che lo scioglimento del gruppo è una minaccia alla libertà d’associazione in Algeria.

Il Raj ha accusato il governo di avere intenti del tutto politici e che il vero motivo della richiesta di scioglimento era il sostegno dato dal gruppo a Hirak, il movimento per la democrazia che dal febbraio 2019 sta mobilitando enormi folle.

Il Raj è nato nel 1992 per “promuovere attività culturali, i diritti umani e i valori della cittadinanza” e ha un forte seguito tra i giovani. Nel 2019 ha co-fondato il Patto per un’alternativa democratica, una rete di partiti d’opposizione, esponenti sindacali, leader della società civile, avvocati e intellettuali. Da allora, almeno nove dirigenti del Patto sono stati imprigionati per reati di opinione e varie attività sono state annullate.

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