Ogg, 7 settembre 2024, in Algeria si tengono le elezioni presidenziali, che vedono Abdelmadjid Tebboune come il candidato largamente favorito per la sua rielezione. Salito al potere nel 2019, Tebboune ha governato in un clima di repressione politica, limitando la libertà di stampa e sopprimendo le proteste del movimento Hirak, nato per chiedere riforme democratiche. A quasi cinque anni dalla sua elezione, il capo di Stato algerino ha rafforzato il controllo sul Paese, sostenuto da una coalizione di partiti, tra cui il Fronte di Liberazione Nazionale (FLN) e il movimento islamista El Bina. Sebbene vi siano altri due candidati in corsa – Abdelaali Hassani e Youcef Aouchiche – la competizione sembra più simbolica che reale, con un risultato già deciso in partenza.
Tebboune, 78 anni, è entrato in carica durante un periodo turbolento per l’Algeria, caratterizzato dalle proteste di massa del movimento Hirak, che ha portato alla destituzione del suo predecessore, Abdelaziz Bouteflika. Sebbene all’inizio abbia cercato di placare le proteste, concedendo l’amnistia a decine di prigionieri politici, Tebboune ha rapidamente messo fine al movimento attraverso misure restrittive e l’uso della pandemia da Covid-19 per vietare le manifestazioni pubbliche. Negli anni successivi, il governo ha adottato una linea dura nei confronti degli attivisti pro-democrazia, incarcerando e perseguitando i leader del movimento e i giornalisti indipendenti, come Karim Tabbou, Ihsane El Kadi e Khaled Drareni. Molti sono stati costretti all’esilio, mentre decine di altri rimangono tuttora in carcere per le loro opinioni.
Le organizzazioni internazionali per i diritti umani, tra cui Amnesty International e Human Rights Watch, hanno criticato duramente la situazione in Algeria, descrivendo un clima di crescente repressione e soffocamento delle libertà civili. L’amministrazione di Tebboune è accusata di aver intensificato il controllo sui media e di aver arrestato arbitrariamente attivisti e oppositori politici. Le nuove leggi introdotte nel 2023 hanno ulteriormente limitato la libertà di stampa, portando alla chiusura di testate critiche verso il regime e alla persecuzione di giornalisti.
Nonostante queste critiche, Tebboune ha continuato a promuovere la sua immagine attraverso i social media, in particolare TikTok, dove è diventato noto come “Tonton Tebboune”. Durante la campagna elettorale, ha cercato di presentarsi come vicino alla popolazione, indossando abiti tradizionali e promettendo aumenti salariali, pensioni più alte e investimenti per creare nuovi posti di lavoro. Tra le sue ambizioni dichiarate, Tebboune ha affermato di voler trasformare l’Algeria nella seconda economia più grande del continente africano, dietro al Sudafrica.
Mentre Tebboune si appresta a ottenere un secondo mandato, il tasso di partecipazione rappresenta l’unica vera incognita di queste elezioni. La popolazione algerina, scoraggiata dalla mancanza di alternative credibili e dal clima di paura, potrebbe optare per l’astensione come forma di protesta silenziosa. Le elezioni legislative del 2021 hanno già evidenziato una diffusa sfiducia nelle istituzioni, con un’alta percentuale di astensionismo.
Dall’altra parte, i candidati rivali Abdelaali Hassani, leader del Movimento della Società per la Pace (MSP), e Youcef Aouchiche, del Fronte delle Forze Socialiste (FFS), hanno concentrato i loro programmi elettorali su promesse di riforme economiche e di una maggiore libertà. Tuttavia, entrambi non sembrano rappresentare una reale minaccia per la rielezione di Tebboune, poiché l’autorità elettorale ha escluso ogni candidato che potesse oscurare il presidente uscente.
Anche se il clima elettorale è dominato dall’apatia e dalla sfiducia, i media statali come il quotidiano “El Moudjahid” continuano a promuovere le elezioni come un passo cruciale per il processo democratico del Paese. La testata ha pubblicato un’edizione speciale, incoraggiando i cittadini a esercitare il proprio diritto al voto, descrivendo le elezioni come un’opportunità per contribuire al futuro dell’Algeria.
Queste elezioni presidenziali in Algeria sembrano configurarsi come un rituale politico senza sorprese, con Abdelmadjid Tebboune destinato a rimanere al potere. Sebbene abbia promesso una “nuova Algeria”, il suo mandato è stato caratterizzato da repressione politica e un controllo sempre più rigido sulla società civile, il che solleva interrogativi sul futuro democratico del Paese.