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Emergenze

Africa occidentale, quasi un milione di sfollati per le devastanti inondazioni

Come evidenzia Save the Children, le inondazioni in Africa occidentale hanno costretto quasi un milione di persone a sfollare, colpendo gravemente Mali, Nigeria e Niger, con gravi conseguenze sulla sicurezza alimentare e l'infanzia.

Le recenti inondazioni che hanno colpito l’Africa occidentale hanno provocato lo sfollamento di quasi un milione di persone, secondo quanto riportato da Save the Children. Tra i più colpiti ci sono i bambini, particolarmente vulnerabili a questi eventi. Le piogge torrenziali hanno interessato diverse regioni del Mali, della Nigeria e del Niger, causando danni ingenti a infrastrutture, abitazioni e campi agricoli, e aumentando il rischio di malattie trasmesse dall’acqua.

In Mali, le aree di Bamako, Ségou, Koulikoro e Gao sono state le più colpite. Le piogge, sebbene tipiche di questa stagione, sono state eccezionalmente intense, causando alluvioni che hanno spazzato via case e infrastrutture, lasciando migliaia di famiglie senza un tetto.

La Nigeria, la nazione più popolosa della regione, ha subito gravi danni, con 29 dei 36 stati interessati dalle inondazioni, in particolare nelle aree settentrionali. Le acque dei due principali fiumi del Paese, il Niger e il Benue, hanno straripato, causando la morte di oltre 200 persone, tra cui molti bambini. Le dighe non sono riuscite a contenere l’eccesso d’acqua, aggravando ulteriormente la situazione. Oltre ai danni umani, le alluvioni hanno distrutto migliaia di ettari di terreni agricoli, con serie implicazioni per la sicurezza alimentare della regione, già in difficoltà.

In Niger, le inondazioni hanno devastato otto delle regioni del Paese. A partire da maggio, piogge abbondanti hanno provocato la distruzione di case, ponti e strade, causando la morte di almeno 265 persone. Particolarmente vulnerabili sono i bambini, esposti a rischi come annegamento, malattie trasmesse dall’acqua contaminata e folgorazione a causa dei cavi elettrici scoperti. Le regioni di Maradi, Zinder e Tahoua, nel sud del Niger, sono tra le più colpite, con un numero altissimo di famiglie sfollate e case distrutte. Al 2 settembre, le autorità nigerine hanno registrato più di 649.000 persone colpite e quasi 69.000 abitazioni devastate.

Secondo Save the Children, la frequenza e l’intensità di questi eventi estremi sono in crescita a causa della crisi climatica. Le popolazioni locali, già alle prese con condizioni di vita difficili, si trovano ora ad affrontare una crescente insicurezza alimentare e la perdita di mezzi di sussistenza, rendendo sempre più difficile la ripresa dalle catastrofi.

Questa situazione mette in evidenza la necessità urgente di un’azione internazionale coordinata per mitigare gli effetti del cambiamento climatico e sostenere le popolazioni vulnerabili in Africa occidentale, già duramente colpite dalla povertà e dai conflitti interni.

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