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WaterOfAfrica, al via campagna per contrastare emergenza acque contaminate

Un’iniziativa per riaccendere i fari dell’opinione pubblica sull’acqua contaminata che semina morte e malnutrizione in Africa. È la campagna promossa da Azione contro la Fame, L’acqua può contenere batteri, parassiti e virus. È l’acqua che mai nessuno si azzarderebbe neanche a sorseggiare. Eppure, nell’Africa Subsahariana 319 milioni di persone, ogni giorno, non hanno un’alternativa.

In occasione della Giornata mondiale dell’acqua, che si celebra il 22 marzo, con il patrocinio di Regione Lombardia, Azione contro la Fame, organizzazione umanitaria internazionale specializzata nella lotta contro le cause e gli effetti della fame e della malnutrizione infantile, riaccende i riflettori sulla carenza di acqua potabile. E lo fa introducendo un marchio fittizio, “Water of Africa”, l’acqua protagonista della campagna promossa dall’organizzazione, che prende il via simbolicamente lo scorso 22 marzo.

Water of Africa rappresenta l’acqua che milioni di persone, in Africa ma anche in altre aree del pianeta, raccolgono un po’ dovunque pur di dissetarsi. Il suo colore è giallo paglierino, talvolta marrone o rossastro. La bottiglia che la contiene dispone di un’etichetta che, anziché elencare le proprietà benefiche delle nostre acque “minerali”, annuncia quanto di più dannoso viene immesso nell’organismo con il suo consumo.

La candid camera: l’acqua contaminata in “vendita” in store e nei supermercati. Nei giorni scorsi, Water of Africa è stata messa provocatoriamente in vendita in store e supermercati. In particolare, oltre aver esposto l’acqua nelle aree dedicate, è stato predisposto un distributore di acqua gratuita. Gli ignari clienti, certi di prelevare una normale bottiglia d’acqua da mezzo litro, si sono ritrovati davanti “l’acqua che mai avrebbero bevuto”.

Un fenomeno preoccupante. L’iniziativa è stata promossa per denunciare un’acqua, quella contaminata, che rischia di essere bevuta quotidianamente da 319 milioni di persone. Il perché della vastità del fenomeno è presto detto: le famiglie, nell’area subsahariana, non hanno accesso all’acqua nelle proprie case e non dispongono di un pozzo vicino al luogo in cui vivono. Si dissetano, spesso, attraverso fonti d’acqua non trattata e, di conseguenza, finiscono per mettere a dura prova organismi già indeboliti dall’assenza di cibo e nutrienti essenziali alla salute. Le persone esposte all’acqua contaminata possono ammalarsi rapidamente di malnutrizione legata all’insorgenza ripetuta di diarrea e infezioni intestinali.

Decine di migliaia di persone muoiono ogni anno a causa di malattie legate all’acqua o altri problemi igienico-sanitari e di questi, fino al 90% sono bambini di età inferiore ai cinque anni. Circa 180.000 bambini sotto i 5 anni muoiono ogni anno – circa 500 al giorno – nell’Africa subsahariana a causa di malattie diarroiche legate a inadeguatezze idriche e igieniche.

La pandemia ha evidenziato l’importanza dell’acqua e dell’igiene come strumento di prevenzione dal Covid-19 – ha dichiarato Simone Garroni, direttore generale di Azione contro la Fame -. Eppure, in alcuni scenari come l’Africa subsahariana, l’acqua non c’è oppure è sporca e contaminata. Abbiamo voluto rendere ‘contemporanea’ questa piaga raccontandola, per una volta, in modo diverso. Con questa candid camera e attraverso il coinvolgimento di testimonial dello spettacolo e dello sport, vogliamo raccontare che l’acqua sporca e contaminata è ancora oggi una delle principali cause della malnutrizione infantile, che ogni anno uccide due milioni di bambini sotto i cinque anni”.

IL PROGETTO IN SINTESI

L’iniziativa, promossa da Azione contro la Fame, vuole riaccendere i fari dell’opinione pubblica sull’acqua contaminata che semina morte e malnutrizione in Africa.

Il progetto proporrà al grande pubblico un brand fittizio, “Water of Africa”, l’acqua più bevuta da 319 milioni di persone.

L’obiettivo è quello di sensibilizzare sulla scarsa qualità dell’acqua nell’Africa Subsahariana, dove ogni giorno verifichiamo il grave impatto che il consumo di acqua non trattata produce su comunità già vulnerabili a causa di guerre e crisi climatiche. Abbiamo realizzato una candid camera all’interno di negozi e supermercati per lanciare, con un filmato, l’iniziativa, che prenderà il via il 22 marzo in occasione della Giornata mondiale del’acqua e durerà un mese.

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