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Sudan, sale la tensione a Khartoum. Manifestanti tornano in piazza

Sale di nuovo la tensione in Sudan. I manifestanti che hanno avuto un ruolo cruciale per la caduta del presidente – dittatore Omar Hassan Al Bashir sono tornati in piazza. In centinaia di migliaia sono da sabato scorso radunati davanti al ministero della Difesa a Khartoum rispondendo alla chiamata dell’Alleanza per la libertà e il cambiamento a una “marcia del milione” per chiedere ai militari che vorrebbero ‘sovranità’ di farsi da parte.
Numerosi giornalisti accorsi per raccontare quanto stesse accadendo sono stati fermati dalle forze di sicurezza.
L’Unione africana, intanto, ha dato altri 60 giorni di tempo all’esercito per cedere il potere a un’autorità civile di transizione, altrimenti il Paese rischierà la sospensione. Questo dopo che una precedente scadenza non era stata rispettata.
L’Ua aveva dato tempo ai militari 15 giorni, a partire dal 15 aprile, per cedere il potere.
I dimostranti sudanesi sono sempre più frustrati per l’esito delle rivolte e il comportamento dell’esercito. Sono state indette proteste di massa per venerdì prossimo. L’accusa rivolta ai leader militari è di non essere stati seri sulla cessione del potere ai civili
Le parti si scontrano sulla loro rappresentanza nel consiglio che dovrebbe sostituire i militari al potere. L’esercito spinge per un consiglio di 10 membri di cui sette militari e tre civili. I manifestanti vogliono invece la maggioranza di componenti civili su un consiglio di 15 persone, cioè sette militari. L’Ua ha concesso la proroga osservando che c’è stato un graduale progresso sinora nei negoziati verso un accordo su modalità, strutture e tempi di un’autorità di transizione a guida civile. Ma non ora è tempo di passare dalle parole ai fatti.

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