vai al contenuto principale
Focus on Africa - Notizie e Analisi Africa - Sudan

Sud Sudan: migliaia di persone bloccate e senza accesso alle cure dopo gravi inondazioni

Nel nord-est del Sud Sudan violente inondazioni hanno lasciato migliaia di persone bloccate in aree inaccessibili, minacciando di aggravare una crisi umanitaria già catastrofica nel paese. Medici Senza Frontiere (MSF) sta lavorando per garantire l’accesso alle cure mediche nelle aree colpite e ha lanciato una missione esplorativa di emergenza per valutare i bisogni della popolazione.

MSF esorta tutti gli attori impegnati nel paese a mobilitare risorse per mitigare l’impatto dell’innalzamento dei livelli dell’acqua e garantire adeguata attenzione in particolare alla situazione di Pibor, dove l’ospedale è stato completamente allagato.

I trasporti sono davvero difficili. Possiamo raggiungere le aree colpite solo in elicottero perché gli aerei non possono atterrare. Non esiste più un accesso all’acqua sicura perché i pozzi sono stati contaminati. Dobbiamo reagire rapidamente per fornire alloggi, acqua pulita e cure mediche” dichiara Alberto Zerboni, coordinatore per le operazioni di MSF in Sud Sudan (VIDEO). “Nel tentativo di continuare le attività abbiamo costruito una tensostruttura su un terreno più elevato, ma anche questa potrebbe allagarsi entro pochi giorni. Per questo allestiremo un ospedale gonfiabile su un’area ancora più elevata.

A Pibor, MSF è stata costretta a ridurre le attività salvavita e a dimettere i pazienti a seguito dell’allagamento dell’ospedale e dell’intero compound. “Trasferiremo quanto prima in un luogo più sicuro gli ultimi nove pazienti rimasti nelle nostre strutture e stiamo lavorando per ripristinare quanto prima un accesso alle cure adeguato e sicuro per questa comunità” dichiara Roderick Embuido, coordinatore medico di MSF in Sud Sudan.

A Maban, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) stima che più di 200.000 persone siano state colpite dalle alluvioni. Nel centro di salute di MSF, un bambino gravemente malato e sotto ossigeno, ha perso la vita quando i generatori elettrici hanno smesso di funzionare a causa dell’inondazione. Anche il complesso di MSF si è allagato e le strade sono diventate impraticabili, impedendo temporaneamente al team di raggiungere il centro sanitario.

Siamo estremamente preoccupati per la popolazione che risiede subito fuori Pibor e Maban. Stiamo svolgendo missioni esplorative, via elicottero e via terra, per capire meglio l’impatto delle alluvioni e adatteremo le nostre attività alla situazione in continua evoluzione” dichiara Kim Gielens, capomissione di MSF in Sud Sudan. “Con queste grandi quantità di acqua contaminata c’è un elevato rischio di epidemie di malattie mortali come il colera e l’epatite A e possiamo aspettarci un rapido aumento di diarrea, malaria e infezioni del tratto respiratorio, tra le principali cause di morte nel paese. Le organizzazioni internazionali e nazionali devono mobilitarsi immediatamente per garantire cibo, acqua, alloggi e assistenza medica.” 

MSF teme anche che le inondazioni aumentino i rischi di malnutrizione per la distruzione di riserve di cibo e coltivazioni. A Maban, i pazienti ci hanno raccontato che il prezzo del poco cibo disponibile nei mercati è già triplicato e in molti non possono più permetterselo.

In un paese in cui la malaria è la principale causa di morte tra i bambini sotto i cinque anni e in cui MSF tratta quasi 300.000 pazienti all’anno per questa malattia, un ulteriore aumento della sua diffusione avrà gravi conseguenze per le persone che non riescono a raggiungere le cure.

MSF è preoccupata infine per il potenziale aumento delle vittime di morsi di serpente perché i rettili si sposteranno verso le terre più asciutte, dove anche le persone sfollate si ripareranno dalle inondazioni. Le équipe di MSF vedono spesso le conseguenze fatali o debilitanti dell’avvelenamento da serpente all’ospedale di Pibor, che oggi non è più accessibile.

Sette milioni di persone, ovvero circa i due terzi della popolazione del Sud Sudan, hanno disperato bisogno di assistenza umanitaria e le conseguenze delle inondazioni aggraveranno ulteriormente le loro condizioni, minando la resilienza, i meccanismi di difesa e l’accesso alle cure salvavita.

Torna su