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Sud Sudan, giurano i vice, il presidente Salva Kiir: “Pace è tornata a Juba”

“La pace è tornata a Juba”: così il
presidente sudsudanese, Salva Kiir, ha salutato oggi il giuramento dei quattro vicepresidenti del nuovo governo di unità
nazionale, previsto dall’accordo di pace del 2018 per mettere fine a sei anni di conflitto. Stando a quanto riportato dalla
missione Onu in Sud Sudan (Unmiss), la cerimonia di giuramento si è aperta oggi con una preghiera in cui è stato richiamato il bacio di Papa Francesco ai piedi dei due leader sudsudanesi, il
presidente e il leader dell’opposizione Riek Machar: “Questo è il momento di baciare i piedi ai nostri fratelli e alle nostre sorelle. Baciateli, anche se sono sporchi”.
Un funzionario locale ha sottolineato
al Middle East Eye come sia stata la decisione del presidente di tornare alla suddivisione del Paese in 10 Stati, contro gli attuali 32 decisi dopo l’indipendenza nel 2011, e in tre aree amministrative, a sbloccare le trattative per arrivare al nuovo esecutivo: “Noi riteniamo che questa decisione coraggiosa del presidente Salva Kiir favorirà il cammino verso la pace e la stabilità del paese, con la speranza che le altre parti si impegnino seriamente nell’attuazione dell’accordo”.
Kiir e Machar torneranno quindi a governare insieme, sei anni dopo il conflitto innescato dalla destituzione di Machar dalla carica di vicepresidente, nel 2013, e dall’accusa mossa nei suoi
confronti di orchestrare un colpo di Stato. Nel 2015 i due leader avevano raggiunto un primo accordo di pace, che aveva riportato Machar a Juba, subito però naufragato con la ripresa degli scontri nel luglio 2016 nella capitale. Una nuova intesa era stata siglata in Sudan nel 2017, poi rivitalizzata nel settembre 2018 ad Addis Abeba.
“Ho perdonato il primo vicepresidente
e ho chiesto il suo perdono – ha detto oggi Kiir – e chiedo a tutti i sudsudanesi di perdonarsi l’un l’altro. La pace è tornata a Juba, non sarà più a Khartoum o ad Addis Abeba. Il giuramento rappresenta la fine ufficiale della guerra e ora possiamo dichiarare un nuovo inizio in Sud Sudan. La pace è tornata per rimanere”.
Da parte sua, il neo vicepresidente Machar ha detto: “Voglio assicurarvi che collaboreremo per mettere fine alle sofferenze. Ribadisco il mio impegno a lavorare a stretto contatto con il presidente Kiir per rispettare l’accordo nella lettera e nello spirito”.
Grande quanto la Francia, il Sud Sudan ha solo 300 chilometri di strade asfaltate e il 90% della sua popolazione è senza accesso ad acqua ed elettricità.
Si stima che il 60% dei sudsudanesi dipenda dagli aiuti alimentari che il Programma alimentare mondiale (Pam) garantisce al Paese via aerea.
La speranza che il paese possa risollevarsi e proseguire lungo un cammino di sviluppo e democrazia è oggi più concreta. Ma non bisogna lasciare solo il Sud Sudan.

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