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Il Covid-19 visto dall’Africa, che combatte epidemie che l’Europa neanche studia

Rientro dall’Africa, un continente alle prese da sempre con le peggiori epidemie che in Europa neanche vogliamo studiare, per evitare di doverle contrastare. Tanto sono lontane da noi. Trovo il mio Paese, in preda al panico e allo sconforto. Cosa sta accadendo? È scoppiata l’epidemia da coronavirus che dopo aver travolto la Cina sembra essersi impossessata dell’Italia. Come è stato possibile? Torneremo su questo.
Oggi sento quasi tutti i politici ringraziare i medici e gli infermieri e chiamarli “eroi”. “Sventurata la terra che ha bisogno di eroi” affermava Bertolt Brecth, nella “Vita di Galileo”. Infatti quando si tagliavano i posti letto negli ospedali, si bloccava il turn over di oltre 50 mila medici e 50 mila infermieri, si tagliavano oltre 37 miliardi di euro negli ultimi 10 anni, si umiliava la ricerca scientifica investendo solo lo 0,2% del PIL, dove erano tutti? Chi ha accolto il grido di dolore degli operatoti sanitari che volevano difendere ad ogni costo il diritto alla tutela della salute per tutti: giovani, vecchi e bambini.
Si dice che nelle terapie intensive si è deciso di curare solo i più giovani, perché non c’è la possibilità di trattare tutti i pazienti. È falso. Completamente falso. Nessun medico hai mai lasciato morire qualcuno né ora né mai. Questo va detto con chiarezza. Da oltre 40 anni vivo e lavoro in ospedali e istituti di ricerca scientifici e sono testimone della passione e della professionalità di tutti gli operatori della sanità, che lavorano ininterrottamente giorno e notte, sempre. Solo ora ce ne accorgiamo? Solo ora scopriamo che non avevamo attrezzature sufficienti? Ma noi lo denunciavamo da sempre. Puntualmente inascoltati.
Dobbiamo tutti fare sacrifici? Certo! Ma sarebbe bello se ricordassimo sempre che la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. (Art. 32 della Costituzione).
Nessuno vedeva il caos dei nostri Pronto Soccorso? Chi non ha vissuto l’umiliazione di veder soffrire una persona cara al PS non per incapacità dei medici, ma scarsità di mezzi e operatori?
La lezione che mi viene da una vita professionale vissuta tra paesi ricchi (USA, Regno Unito, Francia) e paesi impoveriti (Etiopia, Eritrea, Kurdistan, Brasile, Somalia), mi conferma che riusciremo a superare questa pandemia e sapremo vincerla. Con l’aiuto della scienza e della solidarietà ne usciremo. Se sapremo vivere la sollecitudine verso la persona malata e non perdere la tenerezza di un gesto d’amore. Ma dopo? Sapremo far tesoro di questa dolorosa esperienza? “Ex malo bonum?”

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