vai al contenuto principale

Eritrea, appello di Amnesty per il rilascio di 28 prigionieri di coscienza in carcere da 10 anni

Amnesty International ha lanciato una campagna per chiedere il rilascio di 11 oppositori politici e 17 giornalisti arrestati 18 anni fa per aver criticato il governo del presidente Isaias Afewerki.
Gli oppositori politici vennero arrestati per aver scritto una lettera aperta al presidente Afewerki chiedendogli di rispettare la costituzione convocando le elezioni e mantenendo lo stato di diritto; i 17 giornalisti furono ritenuti colpevoli di averla pubblicata.
Da allora, nessuno dei prigionieri ha dato mai notizia di sé o è stato formalmente incriminato di qualche reato.
“È una beffa assoluta che questa atroce ingiustizia si protragga da quasi due decenni proprio mentre l’Eritrea siede nel Consiglio Onu dei diritti umani”, ha dichiarato Seif Magango, vicedirettore del programma Africa Orientale, Corno d’Africa e Grandi laghi di Amnesty International.
“Queste continue detenzioni arbitrarie ci dicono fino a che punto il presidente Afewerki sia disposto ad arrivare nel suo incessante tentativo di stroncare il dissenso. Come centinaia di altri prigionieri di coscienza, questi 28 uomini e donne devono essere rilasciati immediatamente e senza condizioni”, ha aggiunto Magango.
Tra i 28 prigionieri arrestati nel 2001 figurano Aster Fissehatsion, protagonista della lotta per l’indipendenza e importante esponente del Fronte eritreo di liberazione popolare, e il suo ex marito, il già vicepresidente e ministro degli Esteri Mahmoud Ahmed Sheriffo; gli ex ministri degli Esteri Haile Woldetensae e Petros Solomon; Dawit Isaak e Seyoum Tsehaye, che all’epoca lavoravano per il quotidiano indipendente Setit.
In carcere si trova anche la moglie di Petros Solomon, Aster Yohannes, arrestata nel dicembre 2003 all’aeroporto dell’Asmara, appena atterrata dagli Usa dopo aver appreso dell’arresto del marito.
Amnesty International ha deciso di lanciare la campagna proprio nel giorno in cui cade il primo anniversario dell’arresto dell’ex ministro delle Finanze Behrane Abrehe. Arrestato per aver scritto un libro in cui invitava i cittadini a mobilitarsi pacificamente per la democrazia, dal 17 settembre 2018 non si hanno informazioni sul luogo di detenzione e sulle sue condizioni di salute.
“La dimensione delle ingiustizie che mettono in atto il presidente Afewerki e il suo governo resta un motivo di grande preoccupazione. Il mondo deve stare con le vittime e con le loro famiglie e non smettere mai di chiedere alle autorità eritree il loro rilascio immediato e incondizionato”, ha concluso Magango.

Torna su